Il 54% Pmi ha chiara la necessità di investire sempre di più nel digitale per passare dall’esecuzione dei processi in maniera manuale verso piattaforme user friendly e innovatrici. È questo che è emerso da uno studio elaborato sui dati raccolti da Capterra, dell’osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano. La ricerca ha visto come protagoniste le Pmi italiane con un numero di dipendenti compreso fra 10 e 249, e un fatturato inferiore a 50 milioni di euro.
L’interesse delle Pmi per il digitale
Sebbene solo il 9% delle PMI presenti un buon livello di competenze digitali, sembra che gli imprenditori italiani abbiano intenzione di invertire questa tendenza. L’84% delle Pmi sta cominciando o ha già iniziato a rivedere i propri processi. Il 54% delle Pmi intervistate ha chiara la necessità di investire sempre di più nel digitale. Passare dall’esecuzione dei processi in maniera manuale o con strumenti obsoleti verso piattaforme user friendly e innovatrici è visto come essenziale per risparmiare tempo e mantenere il business competitivo. Per il restante 46% invece il digitale rimane marginale rispetto all’attività economica. A frenare sono anche i costi della digitalizzazione. Su questo, una grande spinta potrebbe provenire dagli aiuti previsti dal piano Next Generation EU dell’Unione Europea. Il piano ha proprio l’obiettivo di sostenere la digitalizzazione delle aziende italiane, pubbliche e private.
Le priorità delle aziende nel mondo del digitale
All’interno del mondo digitale le Pmi sembrano aver individuato quelle che saranno le loro priorità per i prossimi mesi. Dopo la chiusura forzata a causa della pandemica, le piccole e medie imprese hanno compreso l’importanza della presenza online. Il 33% delle Pmi dedicherà i propri investimenti all’e-commerce per aumentare le vendite online. A questo proposito, il 18% delle aziende stanzierà dei fondi per digitalizzare i rapporti con i fornitori e i partner. Il 17% si impegnerà a rendere digitali anche la comunicazione con i clienti, utilizzando appositi strumenti che hanno acquisito particolare popolarità proprio durante la pandemia, come i software Crm. Grande importanza riveste anche il settore della formazione. Il 51% delle aziende ha previsto attività di formazione, anche se dedicate esclusivamente ad alcune attività professionali. Il 20% ha invece investito sulla formazione di tutti i dipendenti dell’azienda. Il 10% delle Pmi non ha invece ritenuto necessario investire in questo campo. Il 41% degli intervistati dichiara che si è limitato a svolgere eventi sporadici.