Il 2021 ha recuperato tutto il terreno perso nell’anno del lockdown. L’anno passato ha registrato il risultato migliore per il fatturato dell’industria italiana a partire dal 2000. La crescita dei fatturati industriali è stata del 22,6% nel 2021. Il 2020 aveva chiuso a -11,5%. L’Istat parla di “marcato recupero rispetto all’anno precedente, influenzato pesantemente dall’emergenza sanitaria”.
I settori più redditizi
Secondo uno studio dell’Unione nazionale consumatori, se si confronta il fatturato del 2021 con quello pre-pandemia del 2019, è superiore dell’8,6%. Tra i settori più brillanti per la dinamica del fatturato vi sono metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+41,3%) , coke e prodotti petroliferi raffinati e prodotti chimici. I mezzi di trasporto, nell’intero anno, registrano +20,7% e nessun settore è in calo. È forte la componente interna, ancora di più di quella estera, che pure vede esportazioni da record a 516 miliardi.
Le oscillazioni di dicembre
Ora la crisi da lockdown è alle spalle, ma i dati dell’istituto di statistica su dicembre mostrano i nuovi rischi che arrivano dall’energia e dalla geopolitica. L’ultimo mese dell’anno, infatti, ha interrotto una serie di sei rialzi consecutivi, iniziati a giugno, con un calo del 2,1% rispetto a novembre. Si tratta di una contrazione congiunturale che investe tutti i principali settori. Questa frenata non pregiudica comunque il risultato dell’ultimo trimestre 2021, che vede una crescita del fatturato dell’industria del 3,9% rispetto al trimestre precedente. E anche il confronto tra dicembre 2021 e 2020 resta positivo, con un aumento a due cifre (+14,3% nei dati corretti per gli effetti del calendario). Quello che sta agitando i mercati trapela, però, dai risultati settoriali. Il raggruppamento dell’energia fa un balzo tendenziale del 58,1%, trascinato dagli aumenti delle quotazioni e quello dei beni strumentali è in contrazione dello 0,2%. Più in dettaglio, all’interno della manifattura, i vari settori hanno quasi tutti il segno più con la significativa eccezione dei mezzi di trasporto, che scendono del 12,7%.