Il racconto del portalettere: “Noi, persone di fiducia al centro della comunità”

Il lavoro di portalettere che ti cambia la vita, in un’età nella quale sei pronto a pensare anche alla famiglia. La Sentinella del Canavese racconta la storia di Alessandro, 27 anni, portalettere nel comune di Caluso, in provincia di Torino.

Stabilizzato in poco tempo

Alessandro racconta: “Ho cominciato a lavorare come portalettere nel luglio del 2020, con contratto di un anno. Era un lavoro nuovo per me e ho apprezzato molto tutto quello che mi è stato insegnato per svolgerlo al meglio: serve la giusta formazione. Poi finito il contratto, sono rimasto poco senza lavoro. Dal 1° marzo sono stato assunto a tempo indeterminato”.

Metodico e meticoloso

Alessandro svolge scrupolosamente il suo lavoro: “Ho messo a punto ancora di più la mia filosofia lavorativa, quella di ‘azzerare la zona’, cioè che sul territorio che copro tutti devono avere la stessa possibilità di ricevere la posta. Non rimando nulla al giorno successivo e non vado a casa finché non ho finito la mia zona”, spiega.

Il postino figura positiva

A Caluso, nell’ufficio postale ci sono ordine, pulizia e attenzione ai dettagli, oltre a un team di colleghi che hanno subito dato a Barontini consigli e trucchi per ottimizzare i tempi. Lui apprezza: “Amo molto il contatto con il pubblico ed essere una persona di fiducia. Amo il ruolo del postino, una figura positiva, istituzionale nella vita di una comunità”.

Speranza nel futuro

Il contratto con Poste Italiane è stato una svolta per la sua vita: “Dopo un anno di convivenza con la mia compagna, che già aveva un posto fisso, ora c’è finalmente una possibilità di guardare con ottimismo al futuro – sottolinea – Senza questa opportunità manca la sicurezza per poter vivere tranquillamente. Inoltre, da parte mia c’è grande motivazione per il fatto di poter lavorare per un’azienda grande e solida come Poste italiane”.