Torna, dopo la lunga stagione delle restrizioni legate all’emergenza Coronavirus la voglia di convivialità e il gusto di un aperitivo o di mangiare fuori casa. È quanto emerge dal Rapporto “Il valore economico e sociale della distribuzione Horeca nel post Covid-19” realizzato dal Censis in collaborazione con Italgrob, la federazione italiana dei distributori Horeca, ossia Hotellerie-Restaurant-Café e presentato alla Fiera di Rimini nel corso della kermesse Beer & Food Atraction.
Nostalgia dell’open air
In base ai numeri della ricerca nel corso degli ultimi due anni segnati dalla pandemia, il 68,2% degli italiani ha avuto nostalgia dei momenti trascorsi nei locali tanto che, viene evidenziato, il 71,1% della popolazione tornerà con uguale o maggiore frequenza a fare colazione fuori casa nei bar o nelle pasticcerie; il 68,9% tornerà a mangiare al ristorante o in trattoria; il 65,9% tornerà a consumare aperitivi e ‘apericene’ in wine-bar, enoteche o brasserie. Inoltre il 21,7% – la percentuale sale al 40,9% per quanto riguarda i giovani – è intenzionato a frequentare di più i luoghi della convivialità: già oggi all’88,4% capita di pranzare o cenare fuori e al 64,5% di incontrarsi con amici e colleghi per un aperitivo.
I numeri della filiera
La filiera dell’alimentazione “fuori casa” conta su 3.800 imprese, più di 60.000 addetti e un fatturato pari a 17 miliardi di euro prima della pandemia. La piattaforma della distribuzione Horeca, che connette le industrie del cibo e delle bevande, vede sul territorio oltre 300.000 esercizi pubblici garantendo quella convivialità, considerata un elemento importante per la qualità della vita: se l’89,1% degli italiani ritiene i luoghi del fuori casa una fonte di lavoro e di reddito, per l’88,3% la presenza di bar, caffè, pasticcerie, enoteche e ristoranti è importante per assicurare la buona qualità della vita mentre per il 68,8% la presenza di esercizi pubblici rende i luoghi più sicuri e frequentabili.