Il 2021 è stato per il settore delle assicurazioni un anno di crescita in termini di volume premi raccolti totali (+3,8%), dopo il calo del 3,9% registrato nel 2020 a causa della pandemia. Lo scorso anno, rileva l’Ania, il mercato assicurativo del nostro Paese ha registrato uno sviluppo positivo del business che ha riguardato sia i premi dei rami Vita (+4,5%) sia i premi dei rami Danni diversi dalla RC Auto (+5,6%); di fatto il settore assicurativo è riuscito a compensare quanto era stato perso in termini di raccolta nel 2020. Il ramo RC Auto, invece, che ha un peso ancora rilevante nel comparto Danni, ha registrato anche nel 2021 un ulteriore significativo calo (-4,5%).
L’incidenza sul Pil
Con riferimento alle imprese di assicurazione nazionali e delle rappresentanze per l’Italia di imprese extra-europee nel 2021 la raccolta complessiva ha superato i 140 miliardi. La crescita aggregata ha beneficiato dei contributi positivi provenienti da entrambi i macro-comparti: all’espansione del volume della raccolta nel settore Danni (+1,8%) si è aggiunto lo sviluppo registrato nel comparto delle assicurazioni Vita (con una raccolta di poco inferiore a 106 miliardi), L’incidenza dei premi totali (Vita e Danni) sul Pil cala lievemente rispetto al 2020 attestandosi al 7,9%.
Il ruolo centrale delle polizze Vita
In particolare, nel settore del risparmio, anche per il 2021 si conferma il ruolo centrale delle polizze Vita che continuano a essere una delle forme più importanti di impiego e che rappresentano, in base ad una stima preliminare basata su elaborazioni ANIA su dati trimestrali Bankitalia, circa il 18% (come nel 2020) dello stock di attività finanziarie delle famiglie italiane.
RC Auto in flessione
La contrazione del ramo RC Auto è attribuibile al calo registrato dai premi medi che, in base alle stime, si sono ridotti significativamente anche nel 2021 (-5,7%) e il cui effetto sul volume complessivo della raccolta è stato in parte compensato da un aumento del parco di veicoli assicurati (circa +1%). La diminuzione del premio medio è il risultato sia di una revisione delle politiche tariffarie, sia della pressione competitiva tra le imprese. Si è trattato per questo ramo, afferma l’Ania, del decimo anno di variazione negativa o nulla del premio medio praticato, che ha portato a un calo complessivo del volume premi dal 2011 al 2021 di quasi 6 miliardi in valore assoluto (di cui quasi 1,5 miliardi solo nel biennio 2020-2021) e del 35% in termini percentuali (circa -10% nel biennio).