Il 49% della popolazione italiana dichiara di essere fisicamente attiva, il 24% è parzialmente attiva, il 27% è praticamente sedentaria. Sono i dati diffusi in occasione della Giornata Mondiale dello Sport, un riconoscimento internazionale per sottolineare l’importanza di promuovere uno stile di vita attivo e la pratica di regolare attività fisica, in tutta la popolazione e in ogni fase della vita.
Medici in prima linea
All’iniziativa, sostenuta dalle Nazioni Unite e promossa dal network internazionale AgitaMundo, aderisce anche la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, da sempre impegnata nel promuovere un corretto stile di vita. La mancanza di attività fisica, infatti, insieme a uno stile alimentare non corretto, favorisce l’insorgenza di malattie metaboliche come il diabete mellito tipo 2, con tutte le sue possibili complicanze nefrologiche e cardiovascolari. Una regolare attività fisica è un’abitudine sempre più trascurata nella normale vita quotidiana di molti italiani, sopraffatti dai frenetici ritmi di vita e da errori alimentari o comportamentali, amplificati purtroppo negli ultimi due anni anche dalle limitazioni e dalle chiusure indotte dalla pandemia. Per queste ragioni la SIMG invita i medici di base italiani a moltiplicare e rinforzare i messaggi circa gli effetti salutari dell’attività fisica.
L’indagine dell’ISS
D’altro canto è necessario anche prendere in carico le persone con problemi di sovrappeso e obesità, considerando quest’ultima a tutti gli effetti una vera e propria patologia cronica da trattare quando necessario con farmaci e/o con la chirurgia bariatrica. La gravità della situazione si evince da analisi dei dati dello studio Passi dell’Istituto Superiore di Sanità riferiti al 2019, che rivelano alcuni elementi assai preoccupanti. “Negli ultimi due anni è ragionevole ipotizzare un peggioramento di questa situazione a causa della pandemia. Infatti, l’indagine PASSI – sottolinea Gerardo Medea, responsabile SIMG Area Metabolica – rivela che la quota dei soggetti del tutto sedentari è aumentata del 10% rispetto agli stessi mesi del 2019. I dati peggiorano ulteriormente se si considerano i soggetti con oltre 65 anni (la quota di sedentari sale dal 40% del 2019 al 43% nel 2020 rispetto a un trend stabile osservato negli anni precedenti) e la popolazione del sud d’Italia (dove la quota di sedentari ultra 65enni passa dal 46% al 52% e tra le persone con basso livello di istruzione dal 45% al 53%.). La sedentarietà è purtroppo proporzionalmente collegata con la prevalenza e l’incidenza dell’obesità e delle morbilità ad essa correlate, come il diabete tipo 2 o le patologie cardiovascolari. L’incidenza e la prevalenza di sovrappeso e obesità sono in netto incremento nei Paesi Occidentali. In Italia circa il 30% dei soggetti adulti è in sovrappeso e il 10% è obeso. È in netto aumento, inoltre, soprattutto al sud, il numero di bambini con problemi di peso”.