Il processo di trasformazione digitale di Poste Italiane mira a creare una società più sostenibile e inclusiva. Lo ha detto Mirko Mischiatti, Responsabile Digital Technology Operation di Poste Italiane, partecipando al Sustainable Economy Forum organizzato da Confindustria e dalla comunità di San Patrignano. Questi risultati si ottengono da un lato con lo sviluppo del maggior numero di tecnologie, per essere sostenibili nel lungo periodo, e, dall’altro, con un’operazione di cultural change che coinvolge tutti i dipendenti.
Presenza fisica e supporto digitale
Mischiatti al Sustainable Economy Forum ha ricordato che Poste, allo scopo di non lasciare indietro nessuno, ha deciso “con fermezza” di rimanere sul territorio. Una scelta non solo simbolica per il primo datore di lavoro d’Italia e che ha portato Poste ad avere un ruolo decisivo anche durante l’emergenza sanitaria e a esplorare il “business del futuro” che dovrà essere sempre più “inclusivo e di prossimità”. “Per storia e vocazione – ha sottolineato Mischiatti – siamo un’interconnessione, un bridge, tra le imprese e i cittadini, tra le istituzioni e i cittadini. Abbiamo una struttura nazionale con una grossa penetrazione locale”, come “un sistema nervoso centrale capace di comunicare attraverso il mondo fisico e il mondo digitale”.
La piattaforma vaccinale
Oggi, Poste Italiane conta circa 20 milioni di interazioni giornaliere tra canale fisico e canale digitale: “Siamo la casa di fiducia degli italiani”, afferma Mischiatti, portando l’esempio di quanto è stato fatto per aiutare l’Italia a uscire dall’emergenza. “Abbiamo supportato la piattaforma vaccinale in nove regioni, abbiamo permesso di somministrare 45 milioni di vaccini: una cosa abbastanza sorprendente se si pensa che non eravamo esperti del settore e nel giro di qualche mese c’è stato chiesto di intervenire su un sistema in crisi e in modo straordinario”.
Il primato della prossimità
Ma ancora più incredibile, ha affermato il Responsabile DTO, è stata l’opportunità data ai cittadini meno propensi alla tecnologia di prenotare i vaccini tramite i 30mila portalettere sul territorio e presso gli uffici postali. “Abbiamo messo 150 persone negli hub vaccinali a supportare l’adoption della tecnologia – ha aggiunto Mischiatti – perché non esiste un mondo solo digitale, esiste un mondo ibrido che va accompagnato per evitare il digital divide. Il concetto di prossimità rimarrà sempre importante e la capacità di Poste è stata proprio quella di non lasciare indietro nessuno e di coniugare l’aspetto aspetto fisico con quello digitale e l’aspetto centrale con quello territoriale”.