Sorpresa, ma a ben guardare forse è vero: tra loro lontanissimi come personaggi, sull’assurdità della guerra, Virginia Woolf e Papa Francesco registrano, invece, incredibili convergenze. L’una, donna e femminista illuminata; Francesco un Papa che per sé ha scelto un nome finora unico nella successione apostolica. Le loro Lettere rendono plausibile la convergenza.
Il “no” delle donne
Per Francesco testimonia “Fratelli tutti”; per Virginia un libro singolare dal titolo “Le tre ghinee” pubblicato alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Il suo no diventa il no delle donne e nasce dal loro modo diverso di vivere e vedere la vita. “Tre anni – si legge nell’incipit della lettera di apertura del libro in risposta a un avvocato di mezza età che chiedeva denaro per tre cause: prevenire la guerra, sostenere un’università femminile e una professione per le donne – sono tanti per rispondere a una lettera, e la Sua giace inevasa da più tempo. Speravo che la risposta sarebbe venuta da sola, o che qualcun altro rispondesse per me; invece, ecco lì la lettera, con la domanda ‘Cosa secondo Lei, si deve fare per prevenire la guerra?’, che attende ancora una risposta… sarebbe un peccato lasciare senza risposta una lettera come la sua, una lettera che è forse unica nella storia degli scambi epistolari dell’umanità: quando mai, infatti, un uomo colto ha chiesto a una donna come secondo lei si possa prevenire la guerra? Merita davvero fare un tentativo, anche se sarà destinato a fallire”.
Indipendenza dagli uomini
Le donne vedono il mondo con occhi di donne e non ci si può attendere da loro soluzioni da uomini. Pertanto, Virginia invita le donne a liberarsi dalla dipendenza irresponsabile, studiando; a rendersi indispensabili al pari degli uomini per potere contare su di sé, offrendo alla società il valore della differenza. Se la guerra è il male per uomini e donne “entrambi siamo decisi a fare il possibile per distruggere il male voi con i vostri metodi noi con i nostri…il modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra non è di ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e inventare nuovi metodi. Non è di entrare nella vostra associazione, ma di rimanere fuori pur condividendone il fine. E il fine è il medesimo: affermare il diritto di tutti – di tutti gli uomini e di tutte le donne- a vedere rispettati nella propria persona i grandi principi della Giustizia, dell’Uguaglianza e della Libertà”.
Un modo diverso di governare
Nuove parole e metodi nuovi. Ne è convinto anche Francesco. Alle donne del Centro Italiano Femminile Papa Francesco ha parlato con analoghi accenti decisi a trasformare l’utopia della pace in possibilità storica tramite l’alleanza con le donne. “Care amiche – ha detto loro incontrandole a un mese dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina – ormai è evidente che la buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, ma solo come cultura della cura della nostra casa comune. Lo prova, purtroppo negativamente, la guerra vergognosa a cui stiamo assistendo… Il problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno ‘scacchiere’, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri… La vera risposta dunque non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso -, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare. Perché ho voluto fare con voi questa riflessione? Perché voi siete un’associazione di donne, e le donne sono protagoniste di questo cambiamento di rotta, di questa conversione. Voi potete cambiare il sistema, le donne possono cambiare il sistema se riescono, per così dire, a convertire il potere dalla logica del dominio a quella del servizio, a quello della cura. C’è una conversione da fare: il potere con la logica del dominio, convertirlo in potere con la logica del servizio, con la logica della cura”. A modo suo Virginia aveva anticipato questa intuizione ne “Le tre ghinee” magnifico esempio di lettere per una politica altra.
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