I piccoli imprenditori e artigiani con maggiori conoscenze di finanza sono più resistenti alle crisi. Con questo obiettivo la Banca d’Italia ha avviato un programma di educazione finanziaria per questa categoria, come spiega il dg Luigi Federico Signorini, secondo cui “la pandemia le competenze finanziarie degli imprenditori italiani si sono associate a una maggiore capacità di gestire l’impatto della crisi su liquidità e profitti” e a gestire i rapporti con le banche.
Una conoscenza da incrementare
Signorini ha ricordato la scarsa conoscenza degli italiani sul tema che li pongono ai posti più bassi nelle classifiche internazionali e “un’indagine specifica sulle competenze finanziarie dei microimprenditori, condotta dalla Banca d’Italia nel 2021, ha sostanzialmente confermato il risultato” sul campione generale. Il livello della cultura finanziaria è basso soprattutto tra gli imprenditori meno istruiti e tra quelli a capo di aziende con meno di cinque dipendenti: “Una maggiore conoscenza è così ancora più necessaria e utile nel nostro Paese” per il peso dei microimprenditori nel tessuto produttivo italiano, che è il più elevato tra le economie avanzate.
Fattori cruciali
In Italia, alle imprese con meno di 10 addetti fa capo il 41 per cento dell’occupazione e il 25 per cento del valore aggiunto, a fronte del 28 e del 18 per cento, rispettivamente, della media UE. Signorini ha quindi rilevato come “un fattore cruciale per la buona riuscita dell’iniziativa sia la cooperazione con Confartigianato e CNA, che mettono a disposizione del progetto le risorse umane e tecnologiche necessarie per raggiungere i numerosi imprenditori iscritti alle loro associazioni”.