A febbraio 2022 si stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (+5,4%) che per le esportazioni (+1,6%). Secondo quanto riporta l’Istat, l’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite verso entrambe le aree, Ue (+1,3%) ed extra Ue (+2,0%). Nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022, rispetto al precedente, l’export cresce del 5,8%, l’import del 13,6%. A febbraio 2022, l’export cresce su base annua del 22,7%, con un forte aumento delle vendite sia verso l’area Ue (+24,0%) sia verso i mercati extra Ue (+21,1%). L’import registra un incremento tendenziale più marcato (+44,9%), che coinvolge sia l’area Ue (+28,3%) sia, in misura molto più ampia, l’area extra Ue (+69,6%).
La divisione per settori
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+24,4%), sostanze e prodotti chimici (+34,1%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+23,1%) e prodotti petroliferi raffinati (+98,5%). Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono Germania (con un aumento del 21,3%), Stati Uniti (+24,4%), Francia (+16,0%) e Spagna (+33,3%).
Il commento
Nei primi due mesi del 2022, la crescita tendenziale delle esportazioni (+22,6%) è dovuta in particolare all’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+25,6%), sostanze e prodotti chimici (+32,0%) e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+38,2%). “A febbraio 2022 l’export segna un nuovo incremento su base mensile, trainato soprattutto dalle vendite di beni di consumo non durevoli e intermedi. Nella media degli ultimi tre mesi, la dinamica congiunturale è molto positiva – si legge nella nota di commento di Istat -. Su base annua, la crescita dell’export interessa tutti i settori e tutti i principali paesi partner ed è spiegata per circa un terzo dall’aumento delle vendite di metalli, prodotti chimici e alimentari. Gli acquisti di gas naturale contribuiscono per 10 punti percentuali al forte incremento tendenziale delle importazioni italiane. Il deficit energetico si amplia sensibilmente e il saldo nell’interscambio di prodotti non energetici, seppur ampiamente positivo, si riduce rispetto a febbraio dello scorso anno. Prosegue la crescita dei prezzi all’import che si confermano in accelerazione su base annua (+18,5%, da +17,5% di gennaio), spinti in particolare dai rialzi dei prezzi dei prodotti energetici nell’area non euro”.