Sono tornati a Catania, dopo di due anni di stop forzato dettato dalla pandemia, i tradizionali riti della Settimana Santa. Si tratta di uno degli appuntamenti religiosi più attesi della città anche per un gruppo di dipendenti di Poste Italiane in servizio e in pensione, che conserva e tramanda da oltre 60 anni l’usanza di sfilare nella processione della sera del Venerdì Santo.
La storia
Fondato nel 1957, il gruppo nasce da un’idea di alcuni portalettere che desideravano partecipare attivamente con il nome dell’azienda ai due eventi religiosi a cui il territorio catanese è particolarmente legato: la festa di Sant’Agata e la processione del Venerdì Santo. Oggi il gruppo conta circa 20 persone e tutti sono o sono stati portalettere. Tra di loro ci sono numerosi figli di dipendenti e persino ex dipendenti in pensione, membri da ormai tanti anni, che sentono l’appartenenza al gruppo come un’occasione irrinunciabile. Indossano una divisa appositamente confezionata, che rievoca lo stile delle antiche divise dei portalettere, composta da pantaloni grigi, giacca e cravatta blu, camicia bianca e un berretto con visiera.
La tradizione e le testimonianze
Con lo stendardo ricamato con il nome di Poste Italiane, sfilano a Catania il 3 febbraio per Sant’Agata, recando in dono fiori e reggendo i ceri in onore della santa, e il Venerdì Santo, portando in processione la grande statua del Cristo Morto. In quest’ultima occasione, il gruppo dei postali regge sulle spalle i 400 kg del simulacro del Cristo, trasportandolo dal Duomo fino alla chiesa di San Benedetto in via Crociferi. Qui avviene l’emozionante incontro con la Madonna, portata invece dal gruppo dei Ferrotramvieri. “Proprio questo momento di silenzio e di forte impatto emotivo – racconta Mario Grancagnolo, 60 anni, da 36 anni in azienda, di cui 12 da portalettere, come il papà – mi ha portato, ormai 28 anni fa, ad entrare nel gruppo di colleghi impegnati in questa processione”. Ma non ci sono solo i veterani. “Sono entrata nel gruppo circa tre anni fa – afferma Lucia Valenti, 55 anni, anche lei ex portalettere e in servizio dal 2009 – col desiderio di partecipare ad una cerimonia unica al mondo con il nome di Poste Italiane”.