Nella storia dei dipendenti di Poste Italiane si ritrova la storia del nostro Paese. In “Ricordi di Poste”, raccogliamo le testimonianze degli ex dipendenti che scrivono alla redazione e che, attraverso i loro racconti, contribuiscono a mantenere vivo il legame tra le generazioni.
Siamo due postali di tanti anni fa che desiderano tornare, attraverso “Ricordi di Poste”, al tempo lontano della giovinezza che porta con sé entusiasmo e spensieratezza. Io sono Maria Rosa Carnielli e ho prestato servizio per ben 32 anni presso l’Ufficio Postale di Tezze anche come dirigente; mio marito Aldo Ferrante a Conegliano, negli ultimi anni come capo reparto. Aldo, attraverso il telefono, mi passava i telegrammi: una parola tira l’altra, ci siamo conosciuti, frequentati e poi felicemente sposati nel 1968 e precisamente il 28 aprile, il giorno dopo la riscossione dello stipendio che ci ha permesso un indimenticabile viaggio di nozze in Spagna a Barcellona. Ero stimata e ben voluta dai miei compaesani che ancora mi ricordano: li accoglievo sempre con un sorriso e con disponibilità. Specialmente gli anziani pensionati che erano i miei clienti abituali preferiti. A 22 anni ero già di ruolo, dopo essere stata assunta attraverso la partecipazione a un concorso pubblico per 1.700 posti.
Purtroppo, la vita presenta anche situazioni dolorose e abbiamo dovuto lasciare il lavoro, ancora giovani, per motivi di salute. Ricordo la venuta in ufficio mio e di Aldo addirittura del Direttore Provinciale per convincerci a rimanere in servizio: sorpresa inaspettata che ci ha resi soddisfatti personalmente, concludendo così bene il tempo lavorativo, con la sicurezza di essere stati bravi e onesti dipendenti. Ora siamo anziani e sofferenti, specialmente mio marito Aldo, ma, grazie alla pensione possiamo vivere con dignità e decoro e permetterci un aiuto anche in casa, coadiuvati dalla costante, preziosa vicinanza dei nostri tre figli. Sono soddisfatta di aver scelto questo lavoro a contatto con la gente, che mi ha dato tante soddisfazioni morali e materiali. Ricordo ancora, per esempio, un bellissimo, colorato mazzo di fiori solo per aver svolto un servizio con garbo a un passante sconosciuto e le parole gentilissime e gli auguri per un buon percorso lavorativo di un signore di Vazzola che passava ogni tanto a prendere i francobolli commemorativi che gli conservavo in una busta. Siamo grati alle Poste, uniti ai nostri figli, tanto che siamo riusciti, con un sicuro lavoro, a laurearne due e a diplomare l’ultimo nato. Perciò tutti insieme diciamo a gran voce: grazie Poste!