Nei prossimi tre anni il settore del Private banking in Italia stima di ottenere il 4% di crescita media annua dei patrimoni gestiti, con un aumento del 5,1% per effetto dei mercati finanziari sul valore dei portafogli e del 7,3% per attrazione di nuovi risparmi per investimenti. Lo affermano dati dell’Associazione Italiana Private banking (Aipb), secondo la quale il settore “dimostra capacità di resilienza e di adattamento alla complessità del contesto, in virtù delle quali si stima una crescita media annua del settore nel triennio del 4%, determinata dall’effetto combinato dell’evoluzione dei mercati finanziari e della capacità di attrarre nuova clientela”.
Migliore performance
Secondo i dati elaborati da Aipb, nel 2021 il Private banking “ha attratto con successo i risparmi degli Italiani assicurandosi una crescita del 10,5%; ha assicurato una migliore performance dei portafogli della clientela attraverso un significativo sviluppo dei fondi e delle gestioni, aumentando gli investimenti diretti in capitali di rischio”. Le attività gestite dal Private banking hanno registrato una crescita del peso degli strumenti assicurativi e un contenimento della liquidità su livelli fisiologici.
La ricchezza delle famiglie
Considerato il rallentamento della ripresa economica dovuto agli impatti del conflitto Russia-Ucraina, secondo le stime di Prometeia per Aipb, la ricchezza complessiva delle famiglie italiane dovrebbe crescere mediamente del 2,4% all’anno, generando un flusso cumulato di nuova ricchezza di circa 250 miliardi di euro nel triennio, dei quali 100 miliardi di euro per effetto mercato.
La corsa del comparto assicurativo
In questo scenario, Aipb stima quindi una crescita media annua del mercato servito dal Private banking del 4%, con asset gestiti che vanno dai 1.030 miliardi di euro del 2021 ai 1.157 miliardi stimati per fine 2024. Crescita che interesserà “tutte le componenti delle attività in gestione, e in particolare il comparto assicurativo e dei fondi di investimento, e che assicura un ulteriore aumento della quota di mercato rispetto agli altri canali distributivi”.