Nella storia dei dipendenti di Poste Italiane si ritrova la storia del nostro Paese. In “Ricordi di Poste”, raccogliamo le testimonianze degli ex dipendenti che scrivono alla redazione e che, attraverso i loro racconti, contribuiscono a mantenere vivo il legame tra le generazioni
Sono trascorsi cinque anni dal giorno del pensionamento di Carla Noaro dopo un servizio più che trentennale svolto con le mansioni di portalettere, sportellista e direttrice negli uffici di Marano Vicentino, Schio e San Vito di Leguzzano. In questo lungo periodo Carla ha avuto modo di sperimentare il vertiginoso cammino dell’Azienda che si è dotata di sempre nuovi servizi e di moderne apparecchiature “riuscendo non solo ad assecondare il cambiamento ma anche ad anticiparlo”.
L’evoluzione di Poste
“Se vado ai ricordi dei miei primi anni lavorativi sembra siano passati secoli – racconta – Quando sono stata assunta al mattino c’era da timbrare la posta in arrivo, le raccomandate dovevano essere firmate a mano dal destinatario in un apposito registro che ci portavamo appresso, la moto di servizio era di nostra proprietà. Allo sportello corrispondenze e pacchi si accettavano gli invii usando colla e pennellino per incollare il numero progressivo sul plico”.
L’arrivo dell’euro
Poi, al volgere degli anni Duemila, ecco la svolta. “Prima gli sportelli computerizzati e un modo diverso di gestire la contabilità, poi nel febbraio 2002 il passaggio dalla lira all’euro. Una specie di rivoluzione copernicana sia per noi che per i numerosi clienti dell’ufficio. Abituati come eravamo a trattare cifre a tre zeri, con le migliaia e i milioni, ci siamo dovuti adattare alle cifre piccoline accompagnate dalla virgola e alle nuove banconote che parevano contare poco quando facevamo la spesa”, ricorda Carla. Tanti pensionati, frequentatori abituali, “si recavano da noi con fiducia rivolgendoci a volte anche richieste non proprio di nostra competenza, cui sapevano poi corrispondere con piccoli segni di ringraziamento: mazzi di fiori, cioccolatini, biscotti e dolcetti fatti in casa, in periodo di carnevale anche le frittelle. Devo alla gentilezza e alla professionalità delle mie colleghe – Vilma, Laura, Alessandra – se in ufficio c’è sempre stato un clima sereno”.
La vittoria delle competenze
Gli anni seguenti sono stati un susseguirsi ininterrotto di novità. Alle tradizionali forme di investimento – buoni e libretti – si sono affiancate obbligazioni, fondi comuni, polizze assicurative. È stato introdotto il servizio dei prestiti, la postepay, il moneygram, la vendita di libri e oggetti per la casa. “Ci siamo abituati a masticare parole inglesi – login, reset, restyling, benchmark, bundle, reload, etc – abbiamo imparato ad acquistare e vendere titoli, a scorrere le quotazioni sui giornali finanziari, cosa significano TAN e TAEG”. Carla sottolinea di aver partecipato a un “capitolo unico” della lunga storia di Poste Italiane, “l’evoluzione del vecchio Ministero in una realtà di eccellenza del panorama aziendale italiano con il costante trasferimento ai dipendenti di stimoli e competenze. Un successo straordinario, risultato di una visione strategica lungimirante e dell’impegno quotidiano di tante persone”.