La sicurezza e la semplificazione dei pagamenti in digitale nella vita di tutti i giorni sono stati i temi dell’intervento di Laura Furlan, direttore generale di PostePay, nella prima giornata del Netcomm Forum.
Abbattere i muri per costruire il futuro
“Fra due giorni Poste Italiane compie 160 anni e in questi anni abbiamo rotto il muro, adattandoci a quello che succede nel mondo intorno a noi – ha detto Furlan al Netcomm Forum – PostePay è la divisione di Poste che ha accompagnato nel tempo gli italiani a pagare nell’e-commerce, partendo dalla prepagata, per poi passare al cash to card e alla crescita del contactless nei negozi fisici. L’abilitazione di nuovi shopper è una parte fondamentale della nuova missione, che ha portato ad avere 28,6 milioni di carte attivate e 2 miliardi di transazioni nello scorso anno. Una crescita significativa come quella di tutto il nostro settore. Già 2,5 milioni della generazione Z fanno uso delle carte ed abbiamo 18,5 milioni di clienti”. Furlan spiega che “la nostra missione è portare sempre nuovi shopper e aiutare quelli attuali a fare meglio: questo interessa i nostri valori di capillarità, prossimità e fiducia che i nostri clienti ci danno. Lo scorso anno ci sono state tante persone che hanno provato l’e-commerce per la prima volta: 9,8 milioni di clienti Postepay hanno effettuato almeno un acquisto e-commerce e poi sono diventati clienti abituali”.
Col nuovo wallet si guarderà alla Generazione Z
Al centro della seconda parte dell’intervento al Netcomm Forum di Furlan c’è il wallet digitale, con alcune nuove soluzioni che guardano ai giovani. Parlando di caratteristiche, spiega: “La parte del wallet è molto importante: pensiamo che sul miglioramento di questa parte si giochi una bella fetta della partita per allargare ancora la platea degli shopper – sottolinea Furlan – Quest’area richiede una evoluzione dei nostri pagamenti, pensiamo che sia un altro muro che possiamo sfondare per raggiungere le nuove generazioni. Bisogna quindi partire dai valori. Ogni soluzione deve essere sostenibile, digitale e semplice”. “Lo abbiamo chiamato digital identity payment – prosegue – perché riteniamo che i valori di sicurezza e identità siano fondamentali, così come pure la possibilità di non avere uno strumento monocanale, ma utilizzabile in ogni canale, sia in maniera fisica che digitale. Utilizzando quindi anche una possibilità nuova, un wallet completamente digitale che può essere collegato a tutti gli ecosistemi di pagamento che si evolveranno nel tempo e anche a conti di terze persone. Per quanto riguarda la sottoscrizione del servizio, la soluzione che abbiamo adottato è quella di integrarlo con la parte dell’identità digitale, lo Spid. Questo accorcia drasticamente i percorsi online mantenendo la sicurezza dell’identità. Gli Spid sono oggi 30 milioni, quindi di un asset del Paese”.
L’altra sfida: soluzioni personalizzate
“Oggi con i nuovi strumenti – continua ancora il direttore generale di PostePay – si può fare ingaggio personalizzato, ragionare su ricariche ricorrenti: interagendo con i merchant si può trovare la soluzione più adatta per ciascun cliente. Le soluzioni che stiamo sperimentando con alcuni merchant alzano significativamente la capienza nel momento in cui si vuole comprare: questo è importante quando si innestano nuovi comportamenti di acquisto, per esempio le rate. Con le rate non solo devo avere la capienza oggi, ma devo ritrovarmela fra un mese o fra due. Con un ingaggio personalizzato real time contestuale si può fare. Un’altra caratteristica rilevante è l’estensione di tutti i modelli di delivery: pagamento in contrassegno, con carta, con wallet, l’autorizzazione sarà sempre uguale”.