Aumento di almeno 10 punti percentuali del ricorso a sistemi di mobilità sostenibile e calo del tasso di motorizzazione; riduzione della congestione nelle principali aree urbane; dimezzamento del divario territoriale in termini di accessibilità, efficienza e qualità del trasporto pubblico; miglioramento dell’accesso ai mezzi pubblici e della soddisfazione dell’utenza; sostituzione totale degli autobus di classe inferiore a Euro 5 e transizione verso veicoli a emissioni zero, in linea con gli impegni di decarbonizzazione del settore; riduzione delle emissioni di gas climalteranti e di inquinamento dell’aria; diffusione dell’approccio Mobility as a Service (MaaS). Sono questi i principali obiettivi strategici da conseguire entro il 2030 per rendere la mobilità locale sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale indicati nel Rapporto ”Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile”, realizzato dagli esperti del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
I punti critici
Il Rapporto del Mims, realizzato sulla base di dati statistici raccolti da diverse fonti (tra cui, Istat, Eurostat, Eurobarometro, Isfort, Asstra, Osservatorio sul TPL Mims, Ministero dell’Interno), descrive una situazione caratterizzata da una bassa domanda di mobilità urbana sostenibile nelle grandi città italiane, in particolare Roma, Palermo e Torino, ancora molto congestionate nel confronto con città europee di pari dimensioni, a causa dell’elevato tasso di motorizzazione. Inoltre, la qualità del servizio pubblico locale è piuttosto bassa, in particolare in alcune regioni del Centro e del Mezzogiorno. Collegamenti scarsi, vetustà del parco mezzi e basso livello di digitalizzazione dei servizi sono alcune delle criticità evidenziate nel Rapporto, che sottolinea anche come, sebbene in crescita, la mobilità condivisa e quella ciclabile presentino ancora forti ritardi rispetto ad alcune realtà europee.
Incentivi e finanziamenti
Tra gli strumenti per raggiungere gli obiettivi indicati, il Rapporto distingue quelli per stimolare la domanda e quelli che mirano a rendere più efficiente e sostenibile l’offerta. I primi includono incentivi (monetari e non) per favorire il ricorso al trasporto pubblico locale o altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi (monetari e non) all’utilizzo del mezzo privato, campagne di comunicazione e altre misure che possono incidere sui comportamenti individuali, non ultima la sensibilizzazione sulle esternalità negative causate dall’uso dell’auto privata e sui benefici prodotti dalla scelta di mezzi di mobilità sostenibile, l’uso di strumenti di pianificazione che evitino picchi di congestione della viabilità. Sul lato dell’offerta di mobilità, gli strumenti comprendono maggiori finanziamenti al Trasporto Pubblico Locale, investimenti infrastrutturali (tram, metropolitane e ferrovie urbane) per aumentare l’offerta di modalità su ferro, nodi di trasporto rafforzati per favorire l’intermodalità, ciclovie e percorsi ciclopedonali, sostituzione dei mezzi più inquinanti con quelli elettrici o a idrogeno, interventi per integrare, anche grazie a piattaforme digitali, i servizi di mobilità a livello locale, miglioramento della regolamentazione, rafforzamento del ruolo del mobility manager, miglioramento delle modalità di affidamento e di gestione del servizio.