Lavoro: nel privato 265mila posti in più nei primi due mesi del 2021

Nei primi due mesi del 2022 sono stati attivati 1.208.219 nuovi contratti di lavoro mentre ne sono cessati 943.329 con un saldo positivo di 264.890 contratti. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato sottolineando che la variazione netta è positiva per oltre 125mila unità nei contratti a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni, meno cessazioni di contratti di lavoro stabili), in aumento rispetto agli 86.762 del 2021 quando era in vigore il blocco dei licenziamenti. Il saldo dei contratti a tempo indeterminato è stato positivo soprattutto a gennaio (+105.416) mentre a febbraio è stato di +19.804.

Il dettaglio

L’incremento ha interessato tutte le tipologie contrattuali: assunzioni intermittenti +64%, stagionali +45%, contratti a tempo indeterminato e in apprendistato +44%, contratti di somministrazione +37% e a tempo determinato +35%. Questo andamento riflette la dinamica della pandemia da Covid-19, particolarmente significativa nei primi mesi del 2021. Le trasformazioni da tempo determinato nei mesi di gennaio-febbraio del 2022 sono state 135.000, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+64%). Anche per le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo si registra una dinamica positiva (21.000, +14% rispetto all’anno precedente). Le cessazioni nel complesso sono state 943.000, in aumento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+46%). Anche in questo caso si riscontra una crescita per tutte le tipologie contrattuali.

Le agevolazioni per il Sud

Nei primi due mesi del 2022, rispetto al corrispondente periodo del 2021, tutte le tipologie di rapporti di lavoro (con riferimento sia alle assunzioni che alle variazioni contrattuali) incentivati presentano una significativa variazione positiva. L’incentivazione denominata “Decontribuzione Sud”, per la sua estensione e pratica assenza di requisiti particolari di accesso, è l’agevolazione più rilevante.

Riscossa post-pandemia

Dopo gli andamenti negativi registrati nei mesi più acuti della prima fase della pandemia (antecedente all’avvio della vaccinazione di massa), a partire da marzo 2021 il saldo annualizzato – la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi – ha segnato un continuo recupero. A febbraio 2022 si registra un saldo pari a 735.000 posizioni di lavoro. In particolare, per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 156.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione complessiva è pari a 579.000 unità, con un ruolo rilevante dei rapporti a termine.