Danilo Bonato è Direttore Generale di Erion Compliance Organization, società di servizi senza fini di lucro del più importante sistema italiano di Responsabilità Estesa del Produttore per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici e la valorizzazione delle materie prime che li compongono. Poste Italiane ha di recente tenuto un webinar dal titolo “Ecologia digitale: dispositivi tecnologici e RAEE”, al quale ha partecipato anche Erion. In questa intervista, Bonato spiega il valore di una corretta gestione dei rifiuti elettronici per la transizione ecologica.
Il successo del webinar organizzato da Poste Italiane testimonia una crescente attenzione dei cittadini verso le tematiche ambientali. Secondo lei, quanto è davvero presente tale sensibilità e cosa si sta facendo, oppure occorrerebbe fare, per accrescerla ancora di più?
“Recenti studi confermano come la sensibilità dei cittadini nei confronti della transizione ecologica sia molto elevata. Oltre il 70% delle persone la ritengono una leva fondamentale per scongiurare la crisi climatica e per assicurare alle future generazioni livelli di prosperità adeguata. Per dare risposte concrete a questo bisogno di cambiamento occorre un impegno collettivo da parte delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini stessi, sostenendo nuovi modi di produrre e nuovi stili di consumo”.
Sempre di più, anche a livello aziendale, ci si muove verso un modello di economia circolare. Ce ne può illustrare brevemente le caratteristiche?
“L’economia circolare è un cambio di paradigma rispetto al modello lineare di produzione che ha dominato il XX Secolo. Si tratta in sostanza di un’economia per sua natura rigenerativa, capace cioè di prevenire la produzione dei rifiuti e di reintegrare nei processi produttivi e biologici tutta la materia che oggi viene considerata ‘scarto’. Il tutto alimentato esclusivamente con energia generata da fonti rinnovabili. Solo un passaggio a un modello circolare di economia potrà consentirci di continuare a crescere senza aumentare il prelievo di risorse naturali dal nostro pianeta”.
L’economia circolare rappresenta ormai il modello cui si guarda a livello europeo, come testimoniato anche dal Nuovo Piano d’azione per l’Economia Circolare redatto dalla Commissione europea. Guardando in casa nostra, a che punto siamo in Italia?
“Siamo un Paese manifatturiero con una buona vocazione alla circolarità. Molti degli indicatori chiave come la produttività delle risorse o il tasso di utilizzo circolare dei materiali sono tra i migliori in Europa. Le nostre imprese si stanno impegnando in modo convinto per migliorare i propri indici di circolarità ma si trovano ad operare in un contesto di regole e norme non maturo. Paradossalmente, l’Italia è uno dei pochi Stati membri dell’Unione Europea a cui manca un Piano Nazionale per l’economia circolare, mentre siamo ancora alle prese con la farraginosità dei decreti ‘End of Waste’ e con la mancanza di un decreto per la preparazione al riutilizzo”.
Erion si occupa in particolare di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti RAEE. In che modo questo processo virtuoso verso un’economia circolare può coinvolgere anche tali rifiuti?
“I RAEE contengono un numero rilevante di materie prime (rame, acciaio, alluminio, terre rare, metalli preziosi) che è importante recuperare per contribuire a ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di risorse critiche dall’estero. Una vera e propria miniera urbana che, soprattutto in periodi come quello che stiamo attraversando, è assurdo non valorizzare. L’economia circolare dei RAEE inizia con i cittadini e le aziende, che devono conferire ai Consorzi come Erion i propri rifiuti elettronici, e prosegue con lo sviluppo di impianti specializzati nel riciclo e riuso dei diversi apparecchi elettronici giunti alla fine del loro ciclo di vita”.
Un’ultima domanda: cosa può fare il comune cittadino, nei comportamenti di tutti i giorni, per favorire il nuovo modello di economia circolare?
“Può fare molto, a partire da una corretta raccolta differenziata dei propri rifiuti fino all’adozione di comportamenti d’acquisto più consapevoli. Spostarsi verso la scelta di un servizio, rinunciando al possesso del bene, può dare grandi benefici, così come la possibilità di informarsi sulle caratteristiche dei prodotti e prediligere quelli con maggior durata, più facilmente riciclabili o che contengono materiali riciclati. È solo con l’impegno di una vasta maggioranza dei cittadini che riusciremo a fare il salto di qualità per un futuro davvero sostenibile”.