I portalettere sono da sempre l’immagine storica di Poste Italiane: consegnano la corrispondenza dovunque, con qualunque clima e arrivando sul posto con qualunque mezzo. A volte può succedere di dover consegnare la posta in luoghi suggestivi, dove le cassette postali non ci sono. E allora la posta va consegnata porta a porta. È in casi come questo che emerge in maniera ancora più stretta il rapporto fra il portalettere e il suo territorio. Il TG Poste racconta il lavoro di Claudio Casazza, portalettere a Ricetto di Candelo, suggestivo borgo medioevale del Biellese dove, appunto, le cassette postali non esistono e il tempo sembra essersi fermato.
Il paese che profuma di antico
Claudio spiega: “Lavoro in Poste dal 2008, quindi poco più di 14 anni, sono stato assunto il giorno del mio compleanno, il 18 aprile. L’anno scorso mi hanno detto che c’era questa zona libera e io ho ben pensato di prenderla”. Nel borgo non c’è quasi più nessuno: “Oggi ci sono tre ristoranti – spiega – e dei negozi di oggettistica. Il tempo si è fermato, è tutto fatto con pietra, ci sono le torri, mura antiche, le antiche cantine basse e buie, è un bel posto da visitare. Sembra un fortino, ti immagini che possa spuntare perfino un guerriero dall’alto. Se si sale sulla torre dove c’è il muraglione, si vede tutto il basso Biellese”.
I nomi di tutti per consegnare la posta
Il portalettere si sofferma poi sulle modalità di consegna: “Lì dentro è un centro storico – sottolinea – quindi è vietato apporre buche delle lettere sia fuori che dentro. All’inizio mi sono trovato in difficoltà, non sapevo come fare. Poi ci siamo accordati, in maniera informale, con la dirigenza della Pro Loco: ora conosco tutti i nomi e fatico di meno. A Candelo c’è un rapporto molto umano: è come fare un pazzesco tuffo all’indietro”.
Qui sopra il video del TG Poste.