Servizi, posti di lavoro, green: così Poste sostiene l’economia in Sicilia

Oltre 70 milioni di euro di Pil, più di 1.500 posti di lavoro e 47 milioni di reddito distribuiti ai lavoratori impiegati nel sistema economico. Sono i numeri di Poste Italiane che crea valore e sostiene l’economia del sistema Paese e, in particolare, della Sicilia. È proprio il quotidiano La Sicilia ad elencarli, spiegando che “l’attività svolta in Sicilia, oltre a generare ritorni diretti e strettamente legati all’attività economica del Gruppo, richiede l’acquisto di beni e servizi prodotti da altre imprese (impatti indiretti) e permette alle famiglie del personale impiegato in tutta la catena di fornitura di acquistare a loro volta nuovi beni e servizi (impatti indotti)”.

Investimenti

L’Azienda, che – ricorda il quotidiano isolano – quest’anno celebra i suoi 160 anni al servizio del Paese e da sempre vicina e presente sul territorio con le proprie risorse, “ha prodotto negli ultimi tre anni impatti complessivi di oltre 37 miliardi a livello aggregato, pari a circa i12% annuo e creato 187 mila posti di lavoro. Risultati resi possibili grazie alla solida infrastruttura su cui poggia l’Azienda che, nella sola Sicilia, può contare su oltre 8.000 dipendenti e 769 Uffici Postali. Numeri importanti anche nel settore del risparmio da parte dei cittadini siciliani, che detengono circa 7 milioni di prodotti tra libretti di risparmio e buoni fruttiferi postali, sottoscrivibili online e negli uffici postali”. Nonostante il periodo di pandemia, la Sicilia ricorda che si è continuato “a investire sul personale: circa 150 le nuove risorse destinate agli uffici postali, tra cui, in particolare, specialisti in consulenza finanziaria, e con un piano di assunzioni ad oggi in via di sviluppo”.

L’ambiente

Non ultima, l’attenzione per l’ambiente: “Sull’Isola – aggiunge la Sicilia – Poste Italiane può contare su un parco green – tra veicoli 100% elettrici e a basse emissioni – di oltre 600 mezzi e in costante aumento per la consegna di posta e pacchi nelle nove province siciliane, in linea con la crescente domanda di servizi generata dall’aumento del commercio online”.