Viaggio nell’Archivio Storico di Poste Italiane

Raramente la storia di un’azienda coincide con quella di un Paese, ma Poste Italiane è una eccezione, visto che ha da poco compiuto 160 anni al fianco dei cittadini, una ricorrenza che necessariamente la pone come testimone della storia e degli eventi che hanno segnato l’Italia. Un lungo di viaggio di storia e testimonianze che sono conservate nell’archivio storico che trova sede a Roma nel palazzo sito in piazza Bologna, progettato dall’architetto Mario Ridolfi e inaugurato nel 1935. L’archivio storico è una collezione imponente di immagini, opere artistiche ed architettoniche, documenti, pubblicazioni e strumenti di lavoro che Poste Italiane da anni si impegna a promuovere con visite guidate e sfruttando i canali digitali e social del gruppo.

Patrimonio del Paese

L’azienda nasce sostanzialmente col Regno d’Italia nel 1862, ha una grande storia, un grande patrimonio culturale che l’archivio storico racconta. Ci prendiamo cura di circa 50.000 fotografie, tutte digitalizzate che vanno dalla fine dell’800 fino agli anni 90. Abbiamo anche 1.100 pellicole tutte digitalizzate anch’esse.

Mettere in rete

Sono numerose e importanti le partnership con istituzioni culturali nazionali, come l’adesione al censimento delle raccolte fotografiche in Italia, il progetto del Mibact, che raccoglie oltre 1.600 fondi fotografici. Prestigiose anche le collaborazioni internazionali, come quella col Museo Guggenheim di New York che ha esposto le cinque opere futuriste che la pittrice Benedetta Cappa Marinetti, moglie del celebre artista futurista, dipinse nel 1934 per il Palazzo delle Poste di Palermo. È importante conoscere la storia di Poste Italiane perché non è semplicemente un’azienda, ma un tassello dello sviluppo sociale, economico e culturale del Paese. Perché quando ancora la rete non esisteva, era Poste a mettere in rete il Paese, grazie agli uffici e ai portalettere che hanno permesso agli italiani di comunicare e conoscersi.

Qui sopra, il servizio del TG Poste realizzato presso l’Archivio Storico.