La sfida di green di Poste Italiane dà una mano al Pil del Paese. L’azienda, consapevole del proprio ruolo di azienda di sistema a sostegno della crescita e dello sviluppo dell’Italia, punta forte su sostenibilità e responsabilità di impresa. A questo dedica un approfondimento il quotidiano Libero.
La sfida Esg per 20 milioni di persone
Ogni giorno sono 20 milioni le persone che entrano in contatto con la piattaforma multicanale di Poste Italiane, azienda presente in diversi ambiti: nei servizi di logistica, finanziari, assicurativi, nei sistemi di pagamento, nella telefonia ed entro l’anno nell’energia. Come sottolinea l’articolo, per Poste Italiane “l’inclusione delle tematiche Esg in tutte le strategie aziendali è necessaria per perseguire performance sostenibili nel lungo periodo, ridurre i rischi ambientali e sociali, agire con trasparenza e integrità”.
Poste Italiane per una crescita responsabile del Paese
L’Ad Matteo del Fante, citato da Libero, sottolinea: “Circa un miliardo dei 3,1 miliardi d’investimenti stanziati con il nuovo piano industriale è destinato alla sostenibilità. Il Piano Industriale 2024 Sustain & Innovate mira a conseguire una crescita responsabile e ad accompagnare il percorso di sostenibilità e di integrità sociale dell’Italia, con una strategia strutturata su 8 pilastri e allineata pienamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”. Il piano prevede una nuova modalità per misurare i risultati di business dove la performance è messa in relazione a capitali non solo finanziari. Da qui Poste Italiane ha fissato l’obiettivo: “Crescere responsabilmente grazie al decisivo contributo delle proprie persone per il successo sostenibile, l’innovazione, la digitalizzazione e la coesione sociale del Paese”.
Il contributo di Poste Italiane al Pil
Libero sottolinea come nel 2021 Poste Italiane abbia dato un importante contributo al Pil italiano, pari a 12,5 miliardi, con un gettito fiscale di 2 miliardi di euro: “Sul fronte dell’occupazione i lavoratori coinvolti lungo tutta la filiera produttiva – sottolinea il quotidiano – sono stati circa 183.000 per un totale di 7,3 miliardi di euro di redditi da lavoro. In particolare, le piccole e medie imprese che lavorano con Poste hanno generato impatti sul livello del Pil pari a 1,4 miliardi di euro, dando lavoro a 23.000 persone e a una distribuzione di reddito di circa 652 milioni di euro; sono stati inoltre generati oltre 388 milioni di euro in termini di gettito fiscale. Nel 2021, circa l’85% della ricchezza prodotta è stata distribuita agli stakeholders”. Non solo. Dipendenti e fornitori sono fra le categorie che maggiormente beneficiano ricchezza prodotta dall’azienda, rispettivamente per il 53,47% e il 31,43% del valore distribuito totale.
Parole chiave: diversità, valorizzazione, inclusione
Come viene ricordato nell’articolo, al centro dell’attività dell’azienda ci sono due pilastri della strategia Esg, ovvero valorizzazione delle persone e diversità ed inclusione. A tale proposito, Libero ricorda le parole del Condirettore Generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, nell’ambito del Progetto Polis, con il quale la società contribuisce a colmare il gap infrastrutturale ancora troppo forte tra piccoli centri e grandi città: “La sostenibilità non è solo ambientale: le imprese vogliono avere un dialogo trasparente con i propri stakeholder e questo sta facendo anche la nostra azienda. Non solo non chiuderemo nessun ufficio postale nei circa 5.500 piccoli Comuni italiani dove risiedono 14 milioni di persone, ma creeremo uno sportello unico della Pubblica Amministrazione per erogare alcuni servizi, sia direttamente sia attraverso atm evoluti, utili anche per diffondere il digitale”.
L’ambizione: guida nella gender equality
Poste Italiane, consapevole del suo ruolo di primo datore di lavoro del Paese, ambisce a porsi come guida a livello nazionale rispetto alla gender equality, allineandosi anche alle richieste del Pnrr e ai più ampi obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, promuovendosi come punto di riferimento per continuare a creare valore per il Paese. Sottolinea ancora l’approfondimento del quotidiano: “Nelle politiche per il personale la società punta ad attivare un processo di cambiamento che coinvolga le persone per consentire la piena espressione delle potenzialità di ciascuno attraverso relazioni di ascolto e fiducia, ambienti di lavoro inclusivi e miglioramento del funzionamento organizzativo attraverso partecipazione e disintermediazione. In particolare, punta a rafforzare i sistemi gestionali per lo sviluppo professionale delle donne e a rimuovere potenziali ostacoli alla parità di genere, inclusi quelli connessi all’orientamento sessuale ed agli effetti della violenza di genere”.