Oggi ricorre un quarantennale ricco di significati: era l’11 luglio del 1982 e l’Italia di Enzo Bearzot conquistava in Spagna, dopo 44 anni di interminabile attesa, la sua terza Coppa del Mondo. Ad alzarla, al cielo di Madrid, il capitano di quella Nazionale, Dino Zoff. Quell’immagine fu “catturata” per sempre dal maestro neorealista Renato Guttuso, che firmò l’originale francobollo commemorativo dell’evento. Il grande pittore siciliano, all’interno di quella preziosa carta-valore dentellata sui quattro lati, decise di raffigurare delle braccia (apparentemente anonime) nell’atto di sollevare la Coppa del Mondo. Braccia che, in realtà, appartenevano (lo si intuisce dal colore grigio della maglia) al portiere Dino Zoff, 40enne capitano di quella Nazionale campione, protagonista tra i più carismatici dell’impresa azzurra in Spagna.
Quando la filatelia si fa arte
Un riuscito ed elegante connubio tra filatelia e arte, insomma, per ricordare un avvenimento che ha dipinto d’azzurro la storia del calcio. Il francobollo rendeva così “immortale” l’atto conclusivo di una serata indimenticabile, con le mani dell’esperto portiere che, alzando il prezioso trofeo, idealmente, davano inizio alla festa. Sullo sfondo di quella notte magica, ecco Italia e Germania a contendersi il titolo di migliore nazionale del mondo, in uno stadio Santiago Bernabeu tutto esaurito, con novantamila anime a palpitare all’unisono sugli spalti, anche se in direzioni opposte. A sbloccare il risultato, al 12’ del secondo tempo, fu Paolo Rossi che, con quel gol, non solo spianò la strada alla vittoria italiana, ma consolidò anche il titolo di capocannoniere del Mundial. Poi, a metà ripresa, l’acuto di Marco Tardelli per il raddoppio azzurro, prima del gol della sicurezza di Altobelli e dell’inutile rete tedesca realizzata da Breitner. In particolare, il grido di esultanza di Marco Tardelli divenne icona per un paese intero, assieme alla pipa di mister Bearzot e alla partita a carte fra i giocatori, il commissario tecnico e il presidente Pertini, sull’aereo che riportava a Roma i Campioni del Mondo.
Il ricordo dei protagonisti
Quel francobollo di Poste Italiane, firmato dal genio di Guttuso, rivive ancora oggi nella mente e nelle emozioni di tanti protagonisti di quell’indimenticabile mondiale. A cominciare da Antonio Cabrini, lo straordinario terzino azzurro che al mondiale stupì tutti per classe ed eleganza: “Ricordo bene quel francobollo di Poste – dichiarò tempo fa Cabrini al nostro sito – e ancora oggi, nell’ammirarlo, mi emoziono”. Poi un curioso aneddoto: “Sapete che Guttuso era mio amico? – continuava, nella sua intervista, l’ex terzino campione del mondo – una volta lo andai anche a trovare, a casa sua, nella villa in cui abitava, sul lago di Varese. Il maestro stava dipingendo e mi chiese di invertire i ruoli: volle che fossi io a ritrarre lui. Ovviamente, i risultati furono disastrosi. Con la palla ai piedi ci sapevo fare, con un pennello in mano, un po’ meno”. Stesse emozioni per Beppe Bergomi, che al Mundial aveva 18 anni e fu il campione del mondo più giovane di quella Nazionale: “Come potrei dimenticare quel magnifico francobollo di Poste Italiane? – ha dichiarato di recente Bergomi – per me si è trattato di una perfetta sintesi tra emozioni e arte allo stato puro”.