“Sono particolarmente addolorato per la scomparsa di Eugenio Scalfari giornalista, direttore, saggista, uomo politico, testimone lucido e appassionato della nostra storia repubblicana”. Inizia così il messaggio con cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda la figura di Eugenio Scalfari, scomparso oggi all’età di 98 anni. “Dai primi passi all’interno di quella grande scuola di giornalismo che fu ‘il Mondo’, alla direzione dell’Espresso, fino alla fondazione della ‘Repubblica’ – ricorda il Capo dello Stato – Scalfari ha sempre costituito un punto di riferimento coinvolgente per generazioni di giornalisti, intellettuali, classe politica e un amplissimo numero di lettori”. Mattarella ricorda che Scalfari era “da sempre convinto assertore dell’etica nella società e del rinnovamento nella vita pubblica” e “si era magistralmente dedicato, negli ultimi tempi, ai grandi temi esistenziali dell’uomo con la consueta efficacia e profondità di riflessione”.
Protagonista della nostra epoca
L’aula del Senato, impegnata in queste ore nel voto di fiducia al governo sul Dl Aiuti, ha osservato un minuto di silenzio per commemorare Eugenio Scalfari. Al ricordo della presidente Elisabetta Alberti Casellati è seguito il minuto di silenzio osservato dai senatori e dalle senatrici presenti in Aula. Il presidente della Camera Roberto Fico ha ricordato in un messaggio: “Eugenio Scalfari ha segnato la storia del giornalismo, innovando il mondo editoriale con passione e lo sguardo sempre rivolto al futuro. Perdiamo un intellettuale raffinato, protagonista indiscusso della nostra epoca”.
Il coraggio e le idee
“La scomparsa di Eugenio Scalfari lascia un vuoto incolmabile nella vita pubblica del nostro Paese. Fondatore de L’Espresso e della Repubblica, che ha diretto per vent’anni, Scalfari è stato assoluto protagonista della storia del giornalismo nell’Italia del dopoguerra”, è stata la reazione del Presidente del Consiglio Mario Draghi. “La chiarezza della sua prosa, la profondità delle sue analisi, il coraggio delle sue idee hanno accompagnato gli italiani per oltre settant’anni e hanno reso i suoi editoriali una lettura fondamentale per chiunque volesse comprendere la politica, l’economia. Deputato della Repubblica, ha accompagnato il suo amore per il giornalismo all’impegno civile e politico, all’alto senso delle istituzioni e dello Stato”. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ricorda: “Eugenio Scalfari è stato un esempio di giornalismo civile e un profondo intellettuale che ha segnato con la sua opera la storia dell’Italia repubblicana. La sua scomparsa oggi lascia un vuoto incolmabile: è una voce e un pensiero che mancherà a tutti noi”. Secondo Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, “la scomparsa di Eugenio Scalfari segna un momento molto triste per il Paese intero. Oggi diciamo addio a una vera e propria pietra miliare del giornalismo italiano”. Si unisce al cordoglio il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: “Addolora apprendere la notizia della scomparsa del direttore Eugenio Scalfari, la cui opera rimarrà per sempre scolpita nella storia del nostro Paese”. E ancora: “Ha accompagnato per mano, con i suoi editoriali e i suoi libri, più di una generazione di italiani sulla strada del sapere e della comprensione di fenomeni complessi legati alla politica, all’economia e al nostro costume”.
70 anni di giornalismo
Decano del giornalismo nazionale, Scalfari è stato il fondatore dell’Espresso e di Repubblica. Voce autorevole, penna arguta e sagace, si è mosso con estrema abilità sui temi dell’economia e della politica, senza mai tenere fuori dalla sua narrazione del mondo campi come la laicità e la questione morale. All’inizio degli anni Cinquanta Scalfari inizia a scrivere per Il Mondo e l’Europeo e nel 1955 dà vita alla sua prima “creatura”: il settimanale L’Espresso. Dal 1968 al 1972, Scalfari entra in politica come deputato con i Socialisti, mentre nel 1976 fonda Repubblica, contribuendo a farla diventare una delle principali fonti di informazione nazionale. Resterà direttore della testata fino al 1996, raccontando vent’anni di storia italiana. La sua firma continua ad apparire su Repubblica, come editorialista, per gli anni successivi. Scalfari, nel corso della sua lunga carriera, ha avuto modo di intervistare numerose personalità tra cui, da ultimo, Papa Francesco, con cui ha costruito un dialogo profondo sui rapporti tra Chiesa e società laica.