Più di 7 italiani su 10 ritengono che sia diventata urgente la transizione ecologica verso prodotti e metodi di produzione sostenibili. Questa, in sintesi, la principale evidenze che emerge dal Report “FragilItalia”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione, per testarne l’evoluzione delle opinioni relative al tema “Transizione green: lavoro e costi”.
La “spinta” dell’inflazione
L’urgenza della transizione green verso prodotti e metodi di produzione eco-sostenibili, anche in considerazione dell’aumento dei prezzi che si sta verificando, è avvertita dal 74% degli intervistati (con punte dell’83% tra gli under 30 e dell’80% al Sud). Sullo sfondo di questa percezione complessiva, si possono distinguere due atteggiamenti prevalenti: il 44% (3 punti percentuali in meno rispetto ad un anno fa) la considera giusta, anche se non applicabile in tutti i settori; il 38% (1 punto percentuale in meno), che sale al 45% nel ceto medio, la considera indispensabile e da attuare assolutamente. Seguono, a distanza, il 12% (2 punti percentuali in più) di chi la ritiene pericolosa, perché metterebbe a rischio molte imprese), e il 6% (2 punti in più) di chi ritiene che le imprese debbano essere libere di fare le proprie scelte.
I costi della transizione
Una polarizzazione di valutazioni si ritrova nelle risposte sul tema dei costi dei prodotti ecosostenibili. Quasi 6 italiani su 10 (il 58% degli intervistati, con punte del 65% al Sud e del 64% nella fascia 18-30 anni) ritengono giusto che i prodotti green ed ecosostenibili abbiano un prezzo più alto per consentire alle imprese di coprire i maggiori costi di produzione; di parere opposto il 42%, con punte del 50% tra gli over 50 e al Nordovest.