Voce e volto di Tagadà, il popolare programma di approfondimento de La 7, Tiziana Panella è la vincitrice per il 2022 del premio giornalistico “Matilde Serao”, intitolato alla grande giornalista napoletana che iniziò a lavorare giovanissima come telegrafista alle Poste di Napoli. Ne riferisce, con una lunga intervista, il quotidiano Il Mattino, il cui direttore Francesco De Core consegnerà materialmente il premio, che si propone di diffondere il pensiero e la produzione editoriale della fondatrice del più autorevole quotidiano del Mezzogiorno e viene attribuito ogni anno a giornaliste che si siano distinte nel proprio lavoro.
La presenza di Poste
Il premio sarà consegnato a Tiziana Panella a Carinola, città dove Matilde Serao, che del quotidiano napoletano è cofondatrice insieme ad Edoardo Scarfoglio, visse da giovane. La cerimonia è in programma domani, venerdì 22 luglio, alle 18 nel salone delle feste di Palazzo Petrucci. Oltre al direttore del quotidiano De Core, interverranno il Condirettore Generale di Poste Italiane, partner della manifestazione, Giuseppe Lasco, il presidente dell’associazione Serao Antonio Coribolo, la sindaca Giuseppina De Blasio, l’assessore alla cultura Maria Sorvillo.
L’orgoglio di una terra
Tiziana Panella spiega al Mattino: “Sono orgogliosa di ricevere questo premio, perché ricorda una grande giornalista e perché arriva dalla mia terra, che ho lasciato da tempo, ma alla quale sono ancora profondamente legata”.
Il curriculum di Panella
Nella lunga intervista, Panella ripercorre la sua carriera: le collaborazioni in Rai, il passaggio a La7 con piccole sostituzioni: “Volevo andare in diretta: ci riuscii per una serie di occasioni fortuite: colleghi malati, ferie. Insomma, opportunità che nascono all’improvviso ma che devi avere l’intuito dl cogliere”, spiega. Nella sua vita anche un passaggio come assessore alla Cultura alla Provincia di Caserta: “Mi parve un modo per tornare a casa per fare qualcosa per la città della mia giovinezza”, sottolinea, spiegando come fu una esperienza costruttiva “perché da anni per lavoro mi occupavo di politica, ma dentro capisci i tempi della macchina amministrativa: c’è una lentezza che fai fatica a comprendere”.
Giornalista e madre
Come molte donne, anche Tiziana Panella ha dovuto conciliare famiglia e lavoro: “Quando è nata mia figlia ho capito che il mio primo lavoro era lei, dunque ho organizzata il resto in sua funzione”, sottolinea.
La pandemia vista dalla tv
Il programma del pomeriggio di La7 è fra i più seguiti degli ultimi tre anni, in particolare durante il periodo pandemico: “Abbiamo conquistato una credibilità, forse frutto del rigore e della serietà dell’approccio. Però è stata durissima: bisognava raccontare i fatti, informare senza esasperare, cercare di non terrorizzare le persone già fin troppo impaurite ed evitare il sensazionalismo”. E aggiunge: “Mi è rimasto dentro il terrore delle persone, la solitudine di chi era chiuso in casa le telefonate drammatiche, degli inviati, I filmati qualche volta tanto angoscianti da scegliere di non mandarli in onda, il bisogno di ascolto che percepivamo in ognuna delle migliaia di telefonate che arrivavano in redazione”.
Il racconto della guerra
Tagadà si è distinta anche per la narrazione della guerra. “Quando è scoppiata, cl siamo trovati spiazzati: dopo 80 anni di pace la parola guerra non era più nel nostro dizionario. E una di quelle paure del futuro, come la pandemia, che non governi. Eppure dovevamo cercare di decriptare ciò che stava succedendo e trovare le giuste chiavi di lettura. Anche stavolta ci siamo fatti guidare da esperti”.