Nella storia dei dipendenti di Poste Italiane si ritrova la storia del nostro Paese. In “Ricordi di Poste”, raccogliamo le testimonianze degli ex dipendenti che scrivono alla redazione e che, attraverso i loro racconti, contribuiscono a mantenere vivo il legame tra le generazioni.
Mi chiamo Vittorio, ho 84 anni, sono un ex dipendente di Poste Italiane e provengo da un paese della Calabria. Da circa un anno ricevo il vostro giornale PosteNews, leggerlo è per me un grande piacere, mi fa sentire ancora in servizio, sebbene sia ormai in pensione da tempo. All’epoca del mio primo contatto con l’azienda avevo circa 22 anni, quando ricevetti un telegramma che mi chiedeva di presentarmi il tal giorno a Crotone per sostenere un colloquio di lavoro. Il giorno successivo sono partito alla volta di Crotone, all’Ufficio Postale ho trovato un dipendente che mi ha accompagnato dal direttore. Mi accorsi che nella stessa stanza vi erano altri tre candidati per lo stesso colloquio, tutti della provincia di Cosenza. Il direttore, dove aver verificato i nostri dati anagrafici, chiese subito se sapevamo andare in bicicletta, motorino o guidare l’auto; gli altri tre candidati risposero negativamente, solo io potei dichiarare di essere in grado di andare in bicicletta e in motorino e di essere munito di patente. A questo punto il Direttore esclamò “finalmente ho trovato uno che sa guidare!”. Mi assegnò l’incarico di portalettere e fattorino. Mi venne consegnata l’apposita borsa da portalettere e ricoprii tale ruolo a Crotone per circa nove anni. Imparai così a conoscere molto bene la città, tanto da ricevere l’encomio del direttore e, dopo solo un anno, l’incarico di formare i neo assunti.
Destinazione Milano
Dopo due anni dall’assunzione hanno consegnato la divisa, di cotone di ottima qualità, da me indossata sempre con orgoglio e piacere. Dopo circa nove anni che lavoravo per Poste, è stata emessa una disposizione che prevedeva per chi avesse maturato almeno quattro anni di servizio e disponesse di un titolo di studio almeno di III media, la possibilità di partecipare a un concorso a livello nazionale che comportava un avanzamento di ruolo. Avendo visitato Milano in occasione del mio viaggio di nozze, decisi di partecipare al concorso optando per tale destinazione e, dietro consiglio di un collega, di scegliere il ruolo di telescriventista nazionale e internazionale. Ho quindi seguito un corso, sia teorico che pratico, della durata di sei mesi al Politecnico di Milano, comprensivo di test ed esame finale. Il tema dell’esame scritto aveva come argomento “parli il candidato dell’importanza della corrispondenza fra le persone e i popoli”. Sono stato promosso al ruolo di telescriventista e telefonista e negli anni sono stato selezionato diverse volte per andare in trasferta, per esempio a Udine in occasione del terremoto del 1976, oppure a Roma per istruire i colleghi sul funzionamento della centrale per la commutazione dei telegrammi provenienti da tutto il mondo. Ho continuato a lavorare presso l’azienda postale fino alla pensione, ricoprendo con il tempo varie posizioni e ruoli. Termino qui il racconto dei miei primi anni in Poste Italiane, dove ho sempre lavorato con soddisfazione fino al 2001.