Come ogni mattina il signor Agostino Enis attraversa il piccolo borgo di Laconi, nel cuore profondo della Sardegna, da Corso Gramsci, dove risiede, verso il centro. Incontra persone, saluta i suoi compaesani, passeggia nel centro di questo piccolo comune di meno di 2.000 abitanti. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che il signor Agostino cammina su e giù, salite e discese per un dislivello di 300 metri, all’invidiabile età di 103 anni. Anzi, quando gli si chiede l’età lui risponde, ridendo: “104 a febbraio prossimo!”.
Il postino del paese
Era il postino del paese e faceva lo stesso mestiere di suo padre. “Sono nato a Laconi il 15 febbraio 1919 – ci racconta a voce alta circondato da figli, generi, nuore e nipoti – e ho lavorato alle Poste dal 15 febbraio 1960, giorno del mio 31esimo compleanno, fino al 1984 portando avanti il mestiere di mio padre Luigi, anche lui portalettere”. Agostino ricorda con lucidità e ricchezza di dettagli il lavoro lasciato da quasi 40 anni: “La posta all’epoca arrivava a Laconi con quattro treni, due da Cagliari e due da Sorgono. Mi ricordo pacchi strapieni di carta che io andavo a prendere con l’asinello. Attraversavo il paese e poi la consegnavo a piedi, anche io carico come un asino. Lettere, raccomandate, cartoline: erano talmente tante che spesso dovevo uscire la mattina e poi anche la sera per consegnare tutto. A Natale e Pasqua la quantità di cartoline era esagerata e quando arrivavo io per le persone era sempre una festa”.
Il rispetto del paese
Quel lavoro, duro ma gratificante, ha permesso ad Agostino di crescere sei figli e – scherza lui – anche di mantenersi in forma: “A volte l’asino mi scappava via e dovevo inseguirlo… Se sono arrivato a questa età, forse è anche per tutta la strada che ho fatto consegnando quei pacchi di posta. Era un servizio che facevo tranquillamente, mi comportavo bene con tutti, sempre onestamente, e tutti in paese mi hanno sempre rispettato, ancora oggi qualcuno si ricorda di me come il postino del paese. Oggi, al posto mio, c’è una donna, la vedo passare in automobile e con la divisa da portalettere; io uscivo con l’asino ed ero sempre in borghese perché la divisa che ci davano doveva durare anni. Erano proprio altri tempi, ma anche allora abbiamo fatto il nostro lavoro per la gente”. Anche uno dei figli di Agostino, Ignazio, lavora per Poste a Tortolì in Mercato Privati, continuando l’antica tradizione di famiglia.