In 70 anni di vita sotto i riflettori la regina Elisabetta II non ha mai rilasciato una sola intervista, ma di lettere ne ha scritto e ricevuto. Saranno proprio le lettere a rivelare in futuro la vera umanità di una regina che ha segnato un’epoca, sembrando quasi immortale. Lettere di ogni genere: ricevute (circa 300 al giorno) e inviate. Si ha notizia di risposte reali curate da una speciale segreteria che ha fatto pervenire negli anni poche righe in formule stereotipate a privati cittadini e a gruppi in prevalenza di scolari di ogni ordine e grado.
Le lettere private
Specialmente al tempo della principessa Diana, la regina ha scritto ai direttori di giornale invocando le leggi della privacy in difesa della propria famiglia reale. Lettere definite private e non destinate alla pubblicazione. Lilibet (come la regina chiamava se stessa da piccola e rimasto un nomignolo di uso familiare) è rimasta in sostanza una donna tanto ammirata quanto sconosciuta: ognuno immagina la sua Elisabetta da favola. Tra le notizie frammentarie della privacy che la riguardano, si sa che la regina era solita leggere alcune lettere inviate dai sudditi al mattino dopo colazione. E che firmava con inchiostro nero i documenti ufficiali e con inchiostro verde le lettere personali.
Elisabetta II e la solidarietà
Si conferma che neppure una regina divenuta un mito è riuscita a fare a meno delle lettere. Alla precauzione e riserbo sulla corrispondenza privata di Elisabetta è sfuggito qualche raro esempio di testi meno manieristi e di contenuti qualificanti e veritieri. In attesa di conoscerne tanti in futuro, acquista un valore innegabile una lettera sostitutiva di un giro nelle parrocchie che ogni giovedì santo la regina era solita fare per donare una moneta speciale a over 70 che si fossero distinti per le loro attività a servizio della comunità. Lo scorso anno la pandemia da Covid aveva impedito questo giro della sovrana. Elisabetta che in occasione della distribuzione di tale moneta si era resa presente con una lettera personale a 190 persone (metà donne e metà uomini) destinatarie della moneta. “Sono lieta di inviarle la Maundy Money – si legge nella missiva condivisa sui social della Casa Reale – che spero accetterà come segno del mio personale ringraziamento per tutto ciò che ha fatto per arricchire la vita della sua comunità. La notte prima di morire, Gesù lavò i piedi dei suoi discepoli. Questo era qualcosa che di solito veniva fatto da un servitore. Interpretando la parte di un servo, Gesù diede l’esempio ai discepoli e a coloro che, nel corso dei secoli, avrebbero voluto di seguirlo. Ci ha mostrato che il servizio per gli altri è al centro di ciò che significa essere cristiani. Ogni anno, al Royal Maundy Service, abbiamo l’opportunità di riconoscere e ringraziare per il lavoro svolto da innumerevoli persone per il benessere del prossimo; lavoro che spesso è stato dato per scontato o nascosto. Sono sicuro che sarà triste, come me, che le circostanze attuali rendano impossibile lo svolgimento di quel servizio. Spero, tuttavia, che questo dono le possa ricordare per gli anni a venire che i suoi sforzi sono stati veramente apprezzati. I miei pensieri e le mie preghiere sono con lei e i suoi cari. Vi auguro ogni benedizione e una felicissima Pasqua”.
Le parole d’amore
Si deve soprattutto a rare lettere sfuggite al rigido controllo protettivo dell’immagine reale, intravedere una sensibilità romantica in una regina che, in ossequio al tradizionale galateo reale, è apparsa piuttosto algida. A tale proposito ha fatto scalpore una lettera d’amore di Elisabetta II per Filippo suo futuro marito, scritta a 21 anni, non ancora regina. La lettera venne battuta all’asta per 18.500 euro in occasione dei 90 anni della regina.