L’inclusione e la valorizzazione delle diversità sono tra i capisaldi di Poste Italiane. Le abilità differenti diventano elementi da valorizzare. È il caso di Marzia Musso, 43 anni, non udente dalla nascita, che lavora come operatrice di sportello ad Ausonia. Ne riferisce l’edizione palermitana di Repubblica.
La lingua dei sordi come fattore inclusivo
“Ho imparato la lingua italiana dei segni a 18 anni ed è così che sono entrata nel mondo dei sordi. Prima di allora non conoscevo una parte di mondo che, pure, mi apparteneva”, dice al quotidiano. Marzia lavora nell’unico sportello abilitato Lis in Sicilia e tutti i giorni accoglie i non udenti e comunica con loro mediante la lingua dei segni ma anche tutti gli altri clienti di cui legge benissimo il labiale. E nelle pause, insieme al collega Salvatore Garofalo, anche lui sordo, registra un videomessaggio da diffondere in occasione della Giornata internazionale delle lingue dei segni, con l’intento di sostenere l’identità linguistica e la diversità culturale delle persone sorde.
Poste, una questione di famiglia
“Le difficoltà della vita sono tante ma basta affrontarle con caparbietà, non arrendersi” dice col linguaggio dei segni, spiegando che è stata la sua forza di volontà a consentirle di imparare a riprodurre suoni che non hai mai sentito. “Sono nata in una famiglia di udenti – racconta – Ho due sorelle straordinarie che mi appoggiano da sempre. A mio papà, che era dipendente di Poste Italiane, devo anche quello che ho imparato nel lavoro oltre a quello che sono nella vita. La mia famiglia mi ha dato la possibilità di studiare con insegnanti e logopediste, anche privatamente. Non mi ha fatto mai mancare nulla”.
Vita, famiglia e Poste Italiane
Marzia ha avuto un percorso brillante: laurea in Belle Arti, un incarico all’Ente Nazionale Sordi, un nuovo percorso studi in Scienze della formazione primaria e una famiglia: suo marito Gennaro e due bambini, ai quali ha insegnato l’importanza di quei gesti per comunicare con la mamma.
Alla postazione
Repubblica le ha fatto visita nel suo ufficio postale: nella postazione di lavoro, che accoglie tutti i clienti, si legge: qui trovi Marzia e Salvatore per comunicare con te nella lingua italiana dei segni. Marzia Musso solleva la cascata di riccioli biondi, li lega e spiega che l’istituzione della giornata che ricorre ogni 23 settembre dovrebbe significare molto per tutti: “Tutti, proprio tutti, dovrebbero imparare il linguaggio dei segni – aggiunge – Non solo perché è la via principale per interagire con noi sordi, ma perché è il vero modo per superare ogni barriera, anche di espressione linguistica, non solo a parole ma anche attraverso gesti e sguardi. Se tutti imparassero la lingua dei segni, non ci sarebbe bisogno di imparare le tante lingue del mondo. Ne basterebbe una, universale, per dialogare da occidente a oriente”.
Lo scambio con i clienti
L’approfondimento quindi sposta il mirino sul rapporto con i clienti, che ovviamente nella maggior parte dei casi sono udenti: “I clienti arrivano, chiedono di poter spedire un pacco, aprire un conto corrente, inviare un bonifico o pagare le bollette. Marzia è bravissima a leggere il labiale, dote che ha sviluppato nel tempo, mani e volto si muovono in sincronia. A volte capita che i clienti chiedano di insegnare loro qualche parola della Lis, Marzia mostra la sua preferita: xoxo, un saluto che tra giovani va molto di moda. Quando le chiedi un ricordo bello e uno brutto, si concentra solo sul primo. “Il mio ricordo bellissimo risale a quando ho scoperto di avere un privilegio – sentenzia Marzia – quello di vivere in due mondi completamente diversi, il mondo di chi parla e sente, e quello di chi attraverso i segni racconta anche di più”.