Dal primo gennaio del 1876 – 145 anni fa – gli italiani possono mettere al sicuro e far fruttare le proprie economie con i Libretti di risparmio postale (istituiti l’anno precedente). Le Regie Poste fanno affiggere manifesti e avvisi, distribuiscono 10.000 opuscoli – che ne illustrano caratteristiche e vantaggi – e promuovono un’iniziativa che coinvolge alunni e insegnanti. Siamo nel 1876. Gli insegnanti che aderiscono all’iniziativa ricevono dalle Poste registri, moduli e istruzioni e dedicano parte delle ore dedicate all’insegnamento a questa nuova materia: il risparmio, un investimento, didattico, per formare una futura previdente popolazione. I maestri hanno a disposizione un registro, una specie di Libretto di risparmio collettivo, su cui segnano, di centesimo in centesimo, i versamenti ricevuti dagli scolari. Quando un bambino raggiunge una lira (l’importo minimo per effettuare un vero e proprio versamento) viene subito aperto a suo beneficio un Libretto di risparmio postale. Ogni volta che l’alunno arriva ad accumulare una lira questa viene accreditata sul suo Libretto di risparmio postale e cominciano a maturare gli interessi. In alternativa gli alunni possono applicare francobolli di piccolo valore su speciali tessere che, una volta raggiunto l’importo di una lira, vengono convertite in deposito sul Libretto di Risparmio postale.
Più di 100.000 depositi
L’iniziativa ha successo: nel primo anno, nel 1876, sono più di 500 gli insegnanti coinvolti e di 11.000 gli alunni che effettuano versamenti, per un ammontare complessivo di 32.000 lire. Nel 1887 gli insegnanti sono diventati 5.400 e gli alunni che effettuano versamenti sono più di 87.000, per un ammontare complessivo versato (nell’anno) che si avvicina alle 500.000 lire. Nel 1892 gli insegnanti sono più di 8.000, gli alunni che effettuano depositi sono più di 100.000 e, nonostante una situazione economica poco favorevole, l’ammontare complessivo delle somme versate supera le 400.000 lire. Le somme raccolte in tutta Italia, attraverso il canale scolastico, ammontano nell’anno scolastico 1888-1889 a circa 500.000 lire.
Funzione educativa e risparmio
Se gli italiani hanno una consolidata fama di risparmiatori è anche merito delle Poste e della funzione educativa dalle Poste esercitata coinvolgendo, quasi 140 anni fa, le scuole: i fanciulli che appartengono a famiglie benestanti imparano il valore della previdenza e della temperanza; gli altri, destinati a guadagnarsi da vivere con il lavoro, imparano a dare la giusta importanza al denaro, inteso come mezzo di sostentamento. All’epoca, ovviamente, i fanciulli non ricevevano una paghetta settimanale. Rivolgendosi ai bambini, tramite i maestri, le Regie Poste si rivolgono indirettamente ai loro genitori. Questi spesso analfabeti, tramite i figli che vanno a scuola, cominciano a prendere dimestichezza con Libretti, cedole e cedolette e si abituano all’idea di poter mettere al sicuro, tramite i figli, qualche risparmio che, proprio per questo, sono sempre più motivati a mettere da parte. Lo Stato, tramite le Regie Poste e la Scuola svolge una funzione educativa tanto nei confronti dei bambini, pensando al loro futuro, quanto nei confronti dei genitori. (Mauro De Palma, Archivio Storico Poste Italiane)
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