Cinquant’anni di siti patrimonio dell’umanità riconosciuti Unesco: beni di eccezionale valore universale, che in quanto tali vengono considerati come appartenenti non solo ai singoli stati in cui hanno sede, ma all’umanità intera. La nozione rivoluzionaria di patrimonio comune dell’umanità nasce nel 1972 con la firma della Convenzione Unesco per la promozione del patrimonio mondiale culturale e naturale.
Un evento multicampus
A cinquant’anni di distanza, l’Università di Bologna celebra questo anniversario con un ampio programma di iniziative, sia divulgative che scientifiche, e aperto all’intera cittadinanza. “Sarà un grande evento multicampus, diffuso, su Bologna, Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini, con appuntamenti e incontri da ottobre a dicembre”, ha spiegato il rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari. L’Italia, con 58 siti riconosciuti, tra cui figurano i monumenti paleocristiani di Ravenna e i portici di Bologna “ha un privilegio unico, una particolare responsabilità, e la nostra Università – ha aggiunto Molari – vuole valorizzare questo patrimonio culturale dei nostri territori, per questo abbiamo organizzato una grande iniziativa, per creare un dialogo su diversi aspetti”.
A Bologna una conferenza internazionale
Una volta terminati i convegni scientifici e gli eventi di divulgazione, le celebrazioni dell’Alma Mater prevedono ad aprile 2023 una grande conferenza internazionale, che si terrà a Bologna, per presentare i risultati emersi dai diversi appuntamenti diffusi nel multicampus e per discuterli con i maggiori esperti sul tema e con le cariche istituzionali più rappresentative per la gestione della Convenzione Unesco del 1972.