Francobolli, un tesoro tra i tesori dei Musei Vaticani

Da locale di passaggio che si attraversa in fretta a luogo di osservazione di rarità e pezzi unici introvabili nel resto del mondo. Tale è il Museo Filatelico e numismatico all’interno dei Musei Vaticani, un vero e proprio “Museo di musei” tra i più importanti al mondo, come ama definirlo l’attuale suo direttore Barbara Jatta. I Musei Vaticani non sono stati sempre la casa del francobollo. Lo sono diventati dal 2007 ponendo fine a un pellegrinare del patrimonio filatelico da un sito all’altro entro le Mura che segnano gran parte dei confini della Città del Vaticano. Monete e francobolli non avevano più una sede propria dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso, dopo essere stati ospitati nella Torre Borgia e poi nell’ex Stazione Ferroviaria Vaticana. Un’imprevista illuminazione, una indovinata decisione ha traslocato questi piccoli oggetti preziosi in cerca di casa nel sito giusto: i Musei, poiché anche francobolli e monete sono un modo di tramandare la storia del bello e l’evoluzione sociale dell’uomo. E nel tempo diventano veri e propri tesori, rarità culturali, collezioni da proteggere e custodire.

La casa del francobollo

Da una prima esplorazione rapida del materiale della Sala espositiva di 350 metri quadri, appositamente attrezzata e collocata tra il Museo Pio-Cristiano e il Museo Etnologico, si percepisce la sensazione che si tratti di materiale assolutamente intrigante, da esaminare con calma in un percorso lento e riflessivo. A visita conclusa si respira la certezza di un grande guadagno culturale e la meraviglia per esservi passati altre volte di fretta e senza curiosare in questa sintesi dei più grandi eventi della storia umana. Il Francobollo “mai emesso” è la prima storia raccontata dal nuovo Museo Filatelico e Numismatico che rivela le vicende di ideazione e stampa dei primi francobolli dello Stato Pontifico emessi nel 1852 fino alla brusca interruzione del 20 settembre 1870, giorno memorabile della breccia di Porta Pia che mise fine allo Stato Pontificio. Un francobollo di nuova fattura ideato dall’artista Cesare Mariani, già pronto per la stampa, non vide mai la luce. Ma ancor prima, nella sezione dedicata allo Stato Pontificio, viene esposto, il foglio completo del famoso “giallino” da 20 baiocchi del 1858, mai emesso”. Sono tanti gli episodi celebri, i passaggi che hanno segnato ogni epoca della storia della Chiesa e delle società nelle diverse parti del mondo narrati e ricordati nelle serie di francobolli o negli esemplari unici esposti nelle vetrine della Sala. Un metodo semplice di narrare che scandisce ordinatamente gli undici pontificati che si sono succeduti da Pio IX a papa Francesco. Ben 170 anni di storia.

Le testimonianze della Sede vacante

Insieme ai riferimenti storici degli atti più importanti del magistero dei pontefici, il Museo custodisce testimonianze filateliche e numismatiche della Sede vacante, ossia di quel breve periodo che intercorre tra la morte di un pontefice e l’elezione del successore, quando la Città del Vaticano è governata dal cardinale camerlengo. Si possono ammirare, inoltre, anche le tecniche di stampa dei francobolli che si sono succedute nel tempo a motivo del progresso tecnologico utilizzando la calcografia, la rotocalcografia, l’offset ed anche bozzetti e oggetti postali inediti e mai esposti. Un esempio in dettaglio viene presentato per il centenario della morte di don Bosco nel 1988. E non a caso dal momento che responsabili della Tipografia Vaticana dagli Anni Trenta del secolo scorso sono stati i Salesiani fondati dal santo dei giovani.

Uno dei motivi storici dell’emissione di nuovi francobolli è stato senza dubbio il cambio di valuta decisa dalle autorità monetarie dello Stato Pontificio e poi, dopo il 1929 anno di nascita dello Stato della Città del Vaticano dalle autorità preposte. In Vaticano il cambio non è accaduto soltanto nel passaggio dalla Lira all’Euro, ma anche nel 1866 quando fu introdotto il nuovo sistema metrico decimale della Lira. Nel Museo Filatelico sono esposti esemplari di Posta ordinaria e di Posta aerea.

Le ricorrenze ai Musei Vaticani

Oltre alle vetrine dedicate interamente allo Stato Pontificio, non sfugge alle emissioni dei francobolli quasi nessun centenario o ricorrenza di personaggi o grandi eventi ecclesiastici e laici che hanno segnato il progresso scientifico e artistico dell’umanità, o anniversari di fatti storici e accordi internazionali che hanno scandito – talvolta mutandola – la vita dei popoli. Nel 1973, ad esempio, si può ammirare un francobollo che ricorda il quinto centenario della nascita di Copernico; nel 1977 viene ricordato il quinto centenario del ritorno del papa dall’esilio di Avignone a Roma. Nel 1978 il 6 agosto moriva san Paolo VI e nel mese di maggio un puntuale francobollo ricordava il centenario della morte di Pio IX. Sotto il suo lungo pontificato erano stati emessi i primi francobolli pontifici. Nel 1946 viene ricordato con un francobollo il IV centenario dell’apertura “del sacro concilio di Trento”. Un altro evento che ha mutato forma e modi di essere nel tempo da parte della Chiesa è stato il concilio Vaticano II (1962-65). A questo evento rivoluzionario di apertura alla modernità delle vetuste istituzioni ecclesiastiche è dedicato un bellissimo francobollo per celebrarne gli inizi con la scritta “Joannes XXIII concilii ecumenici Vaticani II initium facit”. A questo francobollo è apposto il primo timbro meccanico adottato per l’annullamento. Il 25 maggio 1959 viene ricordato il 30° anniversario dei Patti Lateranensi.

Anniversari

Nello stesso periodo si richiama con una serie l’Anno mondiale del Rifugiato (1959-1960) e il discorso di Paolo VI, primo papa alle Nazioni Unite dove pronunciò nel 1965 il famoso auspicio: “Mai più la guerra”. Vero paradosso auto celebrativo può sembrare il ricordo nel 1952 del centenario del Francobollo Pontificio che riproduce il Palazzo Madama allora sede delle Poste Pontificie. Nel 1949 viene ricordato l’anniversario dell’Unione Postale Universale. Singolare anche il ricordo del 29 settembre 1987 quando venne inaugurato il Museo Filatelico e Numismatico della Città del Vaticano. Moltissime le curiosità contenute nei francobolli esposti. Ne citiamo alcune: il terzo centenario della nascita di Carlo Goldoni, il Millenario Virgiliano nel 1981, l’Anno internazionale della pace nel 1986 coincidente con lo storico incontro delle religioni per la pace in Assisi. Nel 1996 varie serie dei 700 anni dal ritorno di Marco Polo dalla Cina. Innumerevoli le serie dedicate alla nascita o alla morte dei santi e sante più popolari che hanno illustrato la Chiesa con la virtù, la scienza, le opere. Una vera chicca è la vetrina che presenta la grande foto di Benedetto XVI che nel 2007 appone il suo autografo sui francobolli emessi in occasione dei suoi 80 anni. È visibile anche la stilografica nera originale “mai più utilizzata” usata da papa Benedetto per firmare sui bordi i fogli dei francobolli.

Le collezioni

Con le immagini stampate nei francobolli del Museo Filatelico si potrebbe ricostruire una cronaca abbastanza esaustiva della storia significativa dell’epoca cristiana nel mondo. Una convinzione condivisa da Pier Paolo Francini, per tanti anni capo ufficio e Conservatore del Museo Filatelico e Numismatico, da poco scomparso, convinto addirittura che, attraverso il patrimonio filatelico della Santa Sede, poteva scriversi l’intera storia della Chiesa. Non sarebbe completa la visita a questo singolarissimo Museo senza riferire qualche notizia sulle ricche collezioni di monete esposte fuori e dentro le vetrine, illustrate per lo più dalla riproduzione della prima pagina dell’Osservatore Romano coevo alla loro emissione. Anche le collezioni di monete legate ai grandi eventi dei singoli pontificati hanno goduto di un’ampia fortuna e richiesta. Si possono ricordare taluni di questi eventi come la pubblicazione della “Pacem in Terris” celebre enciclica di papa Giovanni poco prima della sua morte nel 1963 che contribuì al superamento della Guerra fredda; l’appello di Paolo VI agli “uomini delle Brigate Rosse” per chiedere la liberazione di Aldo Moro senza condizioni; l’apertura della porta santa nel giubileo del 1950; l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 e l’incontro interreligioso per la pace in Assisi, il primo in duemila anni di cristianesimo. A descriverle queste varie testimonianze e documentazioni, il francobollo può apparire un prodotto scontato, non appariscente. In realtà il più semplice francobollo è il risultato di un lungo iter che coinvolge tecnici, artisti, progettisti in un’azione collettiva di lavoro da certosini. Forse proprio l’arte in miniatura contenuta nei francobolli ha reso nel tempo tanto vasto e prolifico il mercato di collezionisti e intenditori. La stessa Cappella Sistina considerata il top di una visita in Vaticano si può dire riviva in parte con l’arte in miniatura nei francobolli, diventati con il Museo Filatelico e Numismatico un altro tesoro tra i tesori dei Musei Vaticani.