All’interno dell’esposizione temporanea di Poste Storie, a Roma a piazza San Silvestro, uno spazio significativo è riservato alle strategie comunicative utilizzate dall’Azienda nel corso degli anni. In 160 anni di storia, Poste Italiane ha infatti avuto un ruolo cruciale nella nascita e nella formazione dell’Italia, come stato e come nazione. Per riuscire in questa impresa, la comunicazione ha avuto, appunto, un ruolo determinante.
I primi simboli
Inizialmente, gli unici strumenti di comunicazione furono le insegne presenti all’ingresso degli uffici postali e le cassette postali sulle quali campeggiava l’emblema delle Regie Poste. Altro elemento iconografico è il corno o la trombetta del postiglione, che continuerà ad essere presente negli anni Sessanta del secolo scorso. Nel complesso, francobolli, insegne di ogni tipo, cassette di impostazione, sono affascinanti testimonianze dei cambiamenti sociali, economici e culturali del nostro Paese, la cui presenza all’interno dello spazio espositivo di Piazza San Silvestro guida il visitatore in un emozionante viaggio attraverso la storia.
1967, anno della svolta
Il 1967 è l’anno della svolta: per la prima volta, le Poste realizzano una vera e propria campagna di comunicazione integrata per far conoscere a tutti gli italiani il servizio innovativo del CAP. Si realizzano spot pubblicitari con personaggi famosi come Pippo Baudo, Corrado, Raffaella Carrà e Gianni Boncompagni, manifesti e vademecum e addirittura adesivi da applicare sulle cassette postali. In particolare, Raffaella Carrà, dalla sua “casa” di Trinità dei Monti, pregava tutti gli italiani di utilizzare il codice di avviamento postale, illustrandone benefici e caratteristiche. Mike Bongiorno, dal canto suo, sensibilizzava l’utenza sulla necessità di utilizzare, per la spedizione, buste che fossero del formato corretto per poter essere regolarmente lavorate dai macchinari di smistamento di Poste.
Dalla “padella” al logo di oggi
E anche il marchio si evolve nel tempo: sono tanti i loghi e le insegne che hanno contribuito a costruire l’immagine di Poste Italiane (e che sono in esposizione a Poste Storie), interpretando i cambiamenti dell’azienda e le trasformazioni di un Paese intero. Si passa così dalle Regie Poste alle Poste repubblicane. Dalle cassette postali, l’emblema del regno verrà poi abraso. Dagli anni Cinquanta si fa strada l’insegna gialla, tipo “padella”, con la scritta PT, Poste Telegrafo, accompagnata poi anche dall’equivalente Poste Telegrafo Telefono.
L’evoluzione del brand
Negli anni sessanta fa una breve apparizione l’acronimo PTT, disegnato in uno stile che richiama il liberty, presto sostituito da PT di Poste e Telecomunicazioni, negli anni settanta racchiuso in un rombo che viene poi circondato da un cerchio negli anni ‘80. Nel 1992 è la volta di un gabbiano stilizzato e modernista, con la scritta Poste Italiane. Nel 1995 si passa alla bustina alata, disegnata dall’editore e grafico Franco Maria Ricci. Il logo così come lo conosciamo ora (scritta blu su fascia gialla) arriva all’inizio degli anni duemila.
“Poste Storie” è aperto al pubblico, presso l’Ufficio Postale di Piazza San Silvestro, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 12.