I giudizi delle imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi con almeno 20 addetti indicano una crescita del fatturato nei primi nove mesi del 2022, sia nel mercato interno sia in quello estero. È quanto emerge dal sondaggio condotto dalla Banca d’Italia. Nonostante l’aumento dei costi degli input produttivi, la redditività aziendale si è mantenuta elevata. L’incidenza della spesa per elettricità e gas su quella complessiva per acquisti di beni e servizi è cresciuta, rimanendo però inferiore al 10% per oltre due terzi delle aziende.
Le difficoltà
Gli incrementi sono stati più significativi nell’industria, in cui circa tre imprese su quattro hanno anche segnalato rilevanti difficoltà connesse con i rincari di input non energetici; la principale risposta ai rincari è stato un aumento dei prezzi di vendita. È proseguita la crescita delle ore lavorate e le imprese prefigurano per il complesso del 2022 un aumento del numero di occupati.
Piani di investimento e previsioni
L’espansione delle vendite e delle ore lavorate si attenuerebbe nei prossimi sei mesi. I piani di investimento formulati alla fine dello scorso anno sarebbero stati realizzati. Per il 2023 le imprese prevedono un incremento degli investimenti malgrado i diffusi giudizi di peggioramento delle condizioni di indebitamento.
Comparto edile
Nel comparto edile è proseguita l’espansione della produzione, nonostante gli aumenti di prezzo degli input produttivi. La crescita nel settore è stata favorita dalle misure di sostegno alla ristrutturazione del patrimonio edilizio. Ne hanno beneficiato l’occupazione e la redditività. Le attese sulla produzione prefigurano una ulteriore espansione nel prossimo anno.