Poste Storie è lo spazio espositivo multimediale che racconta l’affascinante viaggio compiuto da Poste attraverso forme di tecnologia sempre più sofisticate. Tanto che si può certamente affermare che, anche quando ancora internet non esisteva, le Poste già mettevano “in rete” in Paese. Già nell’Ottocento, il telegrafo rivoluzionava il modo di comunicare. Un messaggio scritto “qui ed ora” poteva essere letto anche all’altro capo del mondo. E il tutto nell’arco di pochissimo tempo.
Telegrafo, comunicazioni in pochi secondi
Nel 1896 il genio di Guglielmo Marconi brevetta il primo dispositivo per la telegrafia senza fili, aprendo idealmente la strada alla radio, alla televisione e al wireless come noi lo intendiamo oggi. Con il telegrafo delle Poste, tutto avviene in un istante: dalle disposizioni impartite dal Re agli ordini di acquisto e i pagamenti, effettuati con il vaglia telegrafico. Una posizione di rilevanza nel quadro della tecnologia la occupa il telegrafo. Le Poste investono ingenti somme per realizzare una rete adeguata alle esigenze di comunicazione e dell’economia nazionale. In Italia il primo impianto entra in funzione nel 1848 nel Granducato di Toscana e poi un po’ in tutta la penisola. Si cablava il mondo passo dopo passo, palo dopo palo, filo dopo filo, con personale delle Poste che ne controllava quotidianamente le condizioni e che subito rimediava alle interruzioni nelle linee: erano i cosiddetti “guardiafili”. Nel 1899, con l’istituzione del Ministero delle Poste e Telegrafi, vengono introdotti nuovi servizi, come l’espresso e il pagamento in contrassegno. Il telegrafo senza fili di Guglielmo Marconi, brevettato nel 1896, dà inizio all’era delle comunicazioni di massa e si può dire che sia il primo embrionale esempio di comunicazione wireless così come la si intende oggi. Nel giro di pochi anni gli apparati trasmittenti e riceventi arrivano a coprire una distanza di 4000 chilometri, fino a quando di trasmettitore in trasmettitore, si riesce a raggiungere tutto il mondo.
La nascita delle telegrafiste di Poste
Il telegrafo ha anche un forte impatto su altri aspetti della vita quotidiana, perché favorisce l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, con un ruolo diverso da quelli, all’epoca, considerati canonici, come ad esempio l’insegnante o la crocerossina, oppure contadina o operaia. Ed è così che molte donne iniziano a lavorare alle Poste come telegrafiste (tra queste, l’intellettuale Matilde Serao). La telegrafista, alle Poste, lavora in sale distinte e specifiche, assieme ad altre donne e il suo lavoro è diretto da una donna. Con la Grande Guerra, tuttavia, postini e fattorini, direttori, impiegati e telegrafisti delle Poste vengono precettati e inviati al fronte. In quegli anni sono le donne a sostituirli. Anche la posta pneumatica rappresenta un servizio di alta tecnologia per il trasporto urbano di lettere e telegrammi. Questa struttura speciale nasce nel 1911 per velocizzare l’invio della corrispondenza. Le prime reti sotterranee di tubi vengono realizzate a Roma, Milano e Napoli e trasportano cilindri contenenti fino a 40 telegrammi o fino a 30 lettere.
Oggi, le identità digitali
Oggi, grazie alla sua tecnologia all’avanguardia, Poste ha rilasciato circa 25 milioni di identità digitali: SPID favorisce l’alfabetizzazione digitale di cittadini e imprese. Inoltre, nei momenti più difficili della pandemia, un team di oltre 100 ingegneri ha realizzato la piattaforma informatica per il tracciamento e la prenotazione dei vaccini e che è stata adottata da ben 8 regioni italiane, offrendo un servizio indispensabile per oltre il 40% della popolazione del nostro Paese.
“Poste Storie” è aperto al pubblico, presso l’Ufficio Postale di Piazza San Silvestro, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 12.