Da diversi anni Poste Italiane ha avviato un percorso per rafforzare la propria presenza nei piccoli comuni, in particolare in quelli con meno di 5 mila abitanti, con una serie di servizi. All’interno di questo percorso, scrive Affari & Finanza di Repubblica, si inserisce il progetto “Polis” che punta a promuovere la coesione economica, sociale e territoriale nei piccoli centri urbani e nelle aree interne del Paese facendo leva sulle opportunità offerte dal digitale e dalle nuove tecnologie. Un ambito, quest’ultimo, che riveste un ruolo centrale nella strategia di sviluppo del gruppo. Come sottolinea Matteo Del Fante, Amministratore Delegato di Poste Italiane: “Il nostro obiettivo è guidare la transizione digitale del Paese fornendo assistenza ai clienti con personale dedicato”. Un contesto, prosegue, in cui “per noi gli uffici hanno un ruolo cruciale. E una rete potentissima, un brand consolidato che ci consente di arrivare in modo capillare su tutto il territorio”.
I problemi dei piccoli comuni
La difficoltà di accesso alla rete Internet; la progressiva riduzione dei servizi, come la presenza di sportelli bancari e di uffici della pubblica amministrazione; le scarse possibilità di lavoro. Sono alcuni dei fattori che, secondo quanto si legge tra le pagine di Repubblica, hanno messo a dura prova negli ultimi anni molti piccoli comuni italiani che oggi rischiano lo spopolamento, considerato che sempre più famiglie e giovani si trasferiscono nei centri maggiori alla ricerca di più servizi e possibilità di lavoro. Tanto che, secondo un’elaborazione del Csel (Centro Studi Enti Locali), tra il 1981 e il 2019 ben 3.805 comuni hanno perso mediamente il 22% dei propri abitanti.
I numeri del progetto Polis
Il progetto, si legge sul quotidiano, finanziato con risorse del piano complementare al Pnrr, prevede investimenti complessivi per 1,12 miliardi di euro, di cui 320 milioni a carico di Poste Italiane. Saranno coinvolti quasi 7 mila uffici postali nei piccoli centri con meno di 15 mila abitanti, di cui circa 4.800 nei piccoli comuni con meno di 5 mila abitanti. Questi ultimi saranno radicalmente trasformati e verranno dotati di un’infrastruttura tecnologica e digitale all’avanguardia che consentirà di abilitare l’offerta di numerosi servizi. Saranno infatti installati 3mila ATM evoluti, 4.800 postazioni per l’erogazione dei servizi pubblici self -service, 4.800 lockers per la consegna di pacchi e altri beni attivi 24 ore su 24, 4.800 vetrine informative interattive, 5 mila colonnine di ricarica per veicoli elettrici. È inoltre prevista l’installazione di 1.000 impianti fotovoltaici e di 4.800 sistemi di smart building e sensori di monitoraggio ambientale. “In molti comuni davanti agli uffici postali abbiamo ampie aree: intendiamo dedicarle a spazi sociali”, racconta Giuseppe Lasco, condirettore generale di Poste Italiane. Nell’ambito del progetto verranno infatti allestiti 1.000 spazi esterni dove poter promuovere iniziative culturali e relative a tematiche di salute e benessere. Inoltre, aggiunge il Condirettore Lasco, “all’esterno degli uffici installeremo armadi digitali con i quali erogare servizi con un’operatività 24 ore su 24”.
Polis e la Pubblica Amministrazione
Il progetto, prosegue l’articolo, punta poi a facilitare l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione. All’interno degli uffici postali verrà creato uno sportello unico (per un investimento di circa un miliardo di euro) attraverso il quale i cittadini potranno richiedere in modalità digitale una serie di documenti. Tra questi, carta d’identità elettronica, passaporto, certificati di stato civile e anagrafici, riemissione di codice fiscale, estratto conto posizioni debitorie, visura planimetrie castali, Isee, estratto contributivo, modello Obis per i pensionati, certificazione unica, rilascio patente nautica. Oltre a questo, sarà possibile trasmettere richieste per il duplicato della patente e autodichiarazioni di smarrimento.
Il co-working
Sempre all’interno del progetto verrà anche creata una rete nazionale di 250 “Spazi per l’Italia” (per un investimento totale di 120 milioni di euro). Ovvero aree di co-working, ottenute attraverso la trasformazione di edifici direzionali e di grandi uffici postali, con oltre 5mila postazioni di lavoro e di riunione, servizi condivisi, aree dedicate a eventi e formazione. Ottanta dei 250 spazi saranno realizzati in comuni con meno di 15 mila abitanti, mentre i primi 37 spazi saranno inaugurati entro la fine del prossimo anno.