Poste Italiane è una realtà sempre più green e attenta ai bisogni delle comunità. A riconoscerne i risultati è stato anche Fortune, che l’ha inserita recentemente nel ranking “Change the world 2022”, una lista che guarda all’impatto sociale e alla sostenibilità delle aziende. Un articolo di Fortune Italia racconta le motivazioni che hanno portato all’inserimento di Poste nel ranking, sottolineando la sua trasformazione verso un’azienda green e il suo impegno sociale.
I numeri di Poste
Oggi l’azienda è la più grande piattaforma integrata e omnicanale di servizi in Italia con circa 121.000 dipendenti, quasi 12.800 uffici postali e 35 milioni di clienti, racconta l’articolo. È attiva nella logistica, in corrispondenza e pacchi, nei servizi finanziari e assicurativi, nei sistemi di pagamento: nel 2021 gli e-wallet (portafogli digitali) hanno raggiunto quota 9,1 milioni con una crescita del 23,4% rispetto al 2020, e sono diventati 9,9 milioni alla fine del primo semestre 2022. E la quota di mercato nel settore pagamenti è aumentata ancora con la recente acquisizione, attraverso PostePay, della paytech Lis, e l’investimento nell’unicorno italiano del Buy now pay later, Scalapay. Ormai, Poste “si avvale di una rete integrata fisica e digitale che non ha eguali per capillarità, vicinanza e facilità d’uso”, dice l’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante.
Un business sostenibile
La carta che è valsa a Poste l’ingresso nella Change the world, la lista di Fortune delle 54 imprese che stanno cambiando il mondo, è la sostenibilità. Dalle consegne green alla digitalizzazione, fino agli obiettivi sulle rinnovabili e sullo zero emissioni: i piani sulla sostenibilità di Poste italiane impegnano un terzo degli investimenti (da 3,1 mld di euro) del suo piano industriale “2024 Sustain & Innovate plus”. Il piano di Poste “ha l’obiettivo di ottenere una crescita responsabile, accompagnando il percorso di sostenibilità e di integrità sociale dell’Italia, con una strategia allineata pienamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”, secondo Del Fante. I risultati non si fermano alla Change the world. “L’azienda è entrata nei più prestigiosi indici del settore al mondo ed è stata certificata dalle migliori agenzie di rating in quasi tutte le aree di confronto sostenibile – secondo il Condirettore Generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco – Il Gruppo sta integrando con sempre maggior successo la gestione dei rischi e delle opportunità Esg nel business con l’obiettivo di superare le sfide lanciate dall’attuale scenario nazionale e internazionale”.
Gli obiettivi di Poste
Come viene ribadito da Fortune Italia, gli obiettivi da tenere a mente per Poste Italiane sono due: raggiungere la carbon neutrality entro il 2030 e ottenere il 98% della sua energia elettrica da rinnovabili. Come? Per le rinnovabili la risorsa da sfruttare sono gli edifici aziendali, che Poste coprirà di pannelli fotovoltaici, grazie anche ai finanziamenti della Banca europea degli investimenti (Bei). È prevista l’installazione di impianti con potenza media di 30 kWp su centinaia di edifici. Ma una parte importante dei piani di Poste passa dalla riduzione della sua impronta carbonica. Per questo l’azienda si è impegnata nella sostituzione dell’intero parco veicoli con modelli di nuova generazione a propulsione elettrica, ibrida ed endotermica a basse emissioni. Una strategia che anche Fortune ha sottolineato nella sua Change the world. L’obiettivo è arrivare a 28mila veicoli a ridotto impatto ambientale riducendo così del 40% le emissioni inquinanti. Inoltre, la nuova flotta green genererà valore per la collettività (True Value) pari a 25 min di euro rispetto alla flotta tradizionale, durante il suo totale periodo di operatività.
Il progetto Polis
Sulle pagine di Fortune Italia trova spazio anche il progetto Polis che ha appena ottenuto il via libera dalla Commissione europea e che, secondo gli autori dell’articolo, è forse anche quello che riassume meglio la visione del gigante italiano. “Con il Progetto Polis, Poste Italiane contribuirà a colmare il gap infrastrutturale ancora troppo forte tra piccoli centri e grandi città”. L’obiettivo, spiega il Condirettore Generale Giuseppe Lasco, “è quello di dare una centralità a questi territori e creare le basi per far sì che l’ufficio postale rimanga sempre attivo, senza che nessuno possa pensare un giorno di poterlo chiudere. Nel momento in cui noi portiamo i servizi della Pubblica Amministrazione all’interno di quell’ufficio postale, gli diamo una validità pubblica. Questo è forse l’elemento chiave”. Il progetto infatti è dedicato ai comuni con meno di 15mila abitanti e punta a realizzare uno sportello unico, gestito da Poste, dal quale si potrà accedere a più servizi delle pubbliche amministrazioni attraverso un unico canale integrato. Il progetto, finanziato dal Pnrr, vale 800 min di euro. Secondo il Pnrr, 125 milioni di euro sono stati stanziati per quest’anno e altri 145 milioni nel 2023, oltre 162 milioni nel 2024, fino alla punta di 245 milioni di euro nel 2025 e poi ancora oltre 122 milioni di euro nel 2026. Lo stesso progetto permetterà anche di usufruire, negli spazi di Poste Italiane, di circa 250 sedi di co-working.