Il 20 novembre 1952 nasceva l’Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni e degli Enti montani. Compie quindi 70 anni l’Associazione “che muove impegno e passione a partire dall’articolo 44 della Costituzione e dai ‘provvedimenti in favore delle aree montane'”.
Unità e coesione del Paese
Lo ricorda l’Uncem stesso in una nota nella quale si sottolinea l’impegno dell’organizzazione per costruire “unità e coesione del Paese attorno ai territori e alle comunità e, in sette decenni, ha visto completamente cambiare il ruolo delle aree montane e dei Comuni, piccoli e grandi”. La montagna, afferma l’Uncem, “per troppo tempo è stata un territorio dal quale scappare, fuggire dalla desolazione e dalla povertà, per essere oggi spazio vivo che non si sente margine e che chiede alla Politica, alle Istituzioni, di accompagnare processi già in atto di transizione, ecologica, energetica, sociale, economica. Le comunità sono pulsanti e vivere, lavorare, studiare sui territori alpini e appenninici è possibile, oltre ogni retorica e luogo comune. Paesi che lavorano insieme, lungo le valli, che vogliono essere soggetti propulsivi di sviluppo, grazie anche a Comunità montane e Unioni montane di Comuni”.
La fondazione di Uncem
In questa cornice, viene ricordato, il 20 novembre 1952 gli amministratori di 241 Comuni e di 26 Province della montagna italiana, radunatisi a Roma dopo un primo incontro preparatorio svoltosi a Firenze il 21 ottobre, fondarono l’Unione Nazionale dei Comuni e degli Enti Montani. “L’incontro di Firenze – sappiamo – scaturì da un’iniziativa assunta dal Presidente della Camera di Commercio di Cuneo, senatore Giovanni Sartori. Fu Sartori a presiedere il Comitato direttivo diede vita alla rivista ufficiale ‘Il Montanaro d’Italia’, predispose la bozza di statuto e organizzò il Primo Congresso, svoltosi nel maggio 1954 nella capitale con l’intervento di ben tre ministri di allora, Fanfani, Vanoni e Medici”.