Poste, l’impegno di Chiara Francesca per un’economia inclusiva: “Per il Papa siamo artigiani del bene comune”

“Essere, come ci ha chiesto il Papa, artigiani del bene comune, per gettare le basi del cambiamento collegando la testa, il cuore e le mani in ciò che facciamo e tracciare la strada di una nuova economia, più giusta e più inclusiva, ma soprattutto più green e rispettosa del Creato e delle sue creature”. Chiara Francesca Di Tizio, dipendente di Poste Italiane, ha preso parte lo scorso settembre ad Assisi a “The economy of Francesco”, il grande meeting mondiale dei giovani economisti per la rinascita sostenibile e per una finanza dal volto umano voluta da Papa Francesco. Racconta la sua esperienza al quotidiano della Santa Sede “L’Osservatore romano”.

Le sfide della nuova economia

Dipendente di Poste italiane con una laurea in ingegneria industriale e due master, la giovane è una dei mille tra economisti, studenti, imprenditori, attivisti e game-changers giunti ad Assisi da 96 Paesi, persino dalla Nuova Zelanda e dalla Patagonia, grazie al coordinamento del movimento dei Focolari. Un appuntamento, rinviato per la pandemia che, come sottolinea l’organo della Santa Sede, “quando ha potuto tenersi ha sprigionato energie positive e una gioia che suonava come una sfida alla depressione collettiva indotta dai confinamenti e dalla gestione catastrofica del Covid-19, dalla guerra in Ucraina o dai disastri naturali causati dovunque sulla Terra dalla policrisi ecologica”.

L’incontro con Papa Francesco

Ricorda Chiara Francesca: “Nel momento in cui Sua Santità era con noi ho avvertito una sensazione di appartenenza diffusa a un insieme infinito, di collegamento e interconnessione come tanti atomi e particelle, noi e lui. Anche nelle giornate precedenti si poteva già percepire il crescendo di questa sensazione. Potevi camminare e sorridere senza magari neanche conoscere tutti. Potevi riconoscerti nell’altro. Allo stesso tempo ho avvertito una forte responsabilità e infine ma, soprattutto, uno stato di gioia diffusa, difficile da esprimere a parole, uno stato di grazia. Questo è il mio raccolto, the harvest”.

Chiara Francesca e il lavoro a Poste

Pescarese, ma friulana di adozione da nove anni, Chiara Francesca dirige tre uffici postali nella zona di Pordenone, dopo aver iniziato come portalettere mentre studiava all’Università di Padova. Specializzatasi presso l’ateneo di Pisa in “Scalability, digital technologies and company growth” e a Londra con la Suls University, nel suo lavoro confida di aver maturato una predilezione per le persone anziane, poiché, spiega al quotidiano “avvicinarle alla tecnologia è un modo per agevolarne la vita, rendendo i servizi fruibili in maniera più facile e veloce. Un modo per essere ancor più vicini alle esigenze dei cittadini, secondo la vocazione di Poste italiane sul territorio nazionale”.

Due nomi un destino

Un incontro quasi scritto nel destino, quello di Chiara Francesca con il Papa e con Assisi, si potrebbe quasi dire scritto già nel nome di battesimo: “Il destino – dice ancora – mi fa pensare a una nave che arriva in porto a una strada disegnata. Penso che ciascuno di noi ne abbia una. In me Chiara e Francesca, due nomi distinti ma anagraficamente un nome unico, portano da un lato la missione della comunicazione e dall’altro quella dello sguardo alla povertà e alla semplicità. Era pertanto inevitabile che il mio sentiero mi portasse ad Assisi”.

Il progetto va avanti

Invitata a “The Economy of Francesco” per confrontarsi con coetanei dei cinque continenti, Chiara Francesca ha partecipato ai panel su Vocation e profit e Women for economy. “Il progetto sta andando avanti, i partecipanti continuano a lavorare incontrandosi da remoto e presto sono in programma altre tappe pubbliche, a cui prenderò parte”, assicura Chiara Francesca, che in quell’esperienza fa trova racchiusi i principi base per delineare il cammino di quanti studiano e praticano una «economia diversa, che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del Creato e non lo depreda”, come detto dal Papa.

I principi applicati anche in Poste Italiane

Un nuovo modello economico ispirato alla persona, ma anche alla sostenibilità, che Poste Italiane ha sposato in pieno e che Chiara Francesca cerca di applicare ancora di più nel suo lavoro: “Ho assistito – sottolinea – a seminari, conferenze, incontri costituiti da team internazionali in cui si è discusso di clima, di biodiversità, di agricoltura sostenibile ed equa, di acqua, di cibo, di consumi e sprechi, di economia circolare, di ecologia integrale, temi a me molto cari anche perché affrontati anche nei miei studi universitari e nelle mie ricerche. La mia missione è stata quella di esprimere la vocazione in ciò che si fa e come essa impatti anche rispetto al profitto. Ma, soprattutto, cosa si intenda per profitto e come sia esso correlato con il bene comune. E quello che cerco di fare ogni giorno nella mia professione a Poste italiane. Da circa un anno sto studiando infatti l’impatto della gentilezza e dell’empatia sulle relazioni umane e sui risultati migliorativi che possono essere attesi, in ambito finanziario ed economico, attraverso l’interazione e l’ascolto. Credo che nei prossimi due anni questo progetto si muoverà di pari passo con la mia occupazione, anche se non so dove mi porterà, essendo molto complesso, basandosi su metriche economiche ‘intangibili’”.

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