Il Centro di smistamento di Poste Italiane a Sesto Fiorentino occupa 28mila metri quadrati, 500 addetti al lavoro 24 ore su 24 divisi in turni, con addetti caporeparto e responsabili di settore. Un Centro di smistamento ordinato e preciso, dal quale transita la corrispondenza di tutta la Toscana e dell’Umbria e che ha trovato spazio nelle pagine del Dossier Poste pubblicato dal quotidiano Il Tirreno.
Il capo del Centro di Smistamento
A capo di tutto c’è una giovane direttrice, classe 1988, con alle spalle una laurea in ingegneria, un’esperienza diretta in aziende private italiane e poi l’approdo in Poste. Qui, nel Centro di smistamento di Sesto Fiorentino, un’area enorme come tre campi da calcio, il 50% dei dipendenti è donna. Per sei giorni su sette della settimana, pacchi, lettere e raccomandate passano tutte da Sesto Fiorentino. Poi, dai diversi reparti meccanizzati, spedizioni e lettere prendono la strada delle cassette che andranno per ogni località e comune della Toscana e dell’Umbria.
La digitalizzazione
Qui è tutto digitalizzato, con palmari, lettori Qr code, videolettori di codici a barre, diversificazione delle tante caselle fatte per colore e destinazione. L’estensione dell’intero impianto si divide su più piani, dove ogni giorno e notte si lavorano le spedizioni. Qui transitano a ogni ora decine di Tir soprattutto nelle ore serali e notturne. “Il momento diciamo di maggiore calma è quello del turno di mattina — esordisce Enrica Valeri, direttrice del Centro— il lavoro più impegnativo arriva nel pomeriggio e durante la notte. Partono camion, ne arrivano altri, mezzi in lavorazione continua, spedizioni da inviare, sicurezza sul lavoro da tenere sott’occhio. Il sistema di lavorazione, in buona parte meccanizzato e digitalizzato, va comunque seguito da vicino con molte attenzioni e un continuo confronto con i colleghi nei reparti per apportare migliorie e condizioni maggiori di efficienza”. “Nei primi dieci mesi di quest’anno abbiamo lavorato e spedito oltre tre milioni di pacchi commerciali, tanto per dare un dato”, dice la direttrice.
L’evoluzione di Poste Italiane
Rocco Dini, in Poste dai primi anni Ottanta, è il responsabile trasporti del Centro smistamento di Sesto Fiorentino. In lui, come in altri colleghi, c’è la memoria storica della trasformazione avvenuta in Poste Italiane. “Direi enorme, con gli occhi di oggi — racconta Rocco Dini al quotidiano —Ho iniziato il lavoro in Poste come portalettere nei primi anni Ottanta. Tutto un altro lavoro, in cui si raggiungevano località e piccoli borghi anche a piedi. Nel 1986 a Firenze si è iniziato a sperimentare la meccanizzazione e oggi qui a Sesto Fiorentino gli impianti lavorano decine di migliaia di pezzi al giorno con un sistema di filiera produttiva che non si ferma mai». Fuori, nel parcheggio davanti alla direzione del centro di Sesto, c’è un Fiat Ducato a trazione elettrica. “Un mezzo moderno, completamente elettrico, che sopporta pesi ingenti. Ha un’autonomia di 160 chilometri e per il ciclo urbano è ottimale con un impatto emissioni zero”, dice ancora Dini.
Un processo condiviso
Al primo piano del centro di smistamento si lavorano le spedizioni lettere e raccomandate. Si seguono codici a barre e Qr code, si mettono le buste nelle cassette per i vari comuni e destinazioni, si controlla la correttezza dei dati di invio e consegna. Al centro dei reparti si trovano dei corner dove gli addetti segnano turno per turno, con pennarelli di colore diverso, le priorità di lavoro da dirigere sugli uomini e donne del turno successivo. Per definire i processi lavorativi si usano numeri e colori, contrassegnando in modo chiaro priorità, emergenze e lavori da compiere. Poi, in un altro punto dei reparti, gli addetti alla lavorazione via via indicano proposte e migliorie per le procedure di lavorazione. E così, il lavoro diventa un processo condiviso.