Probabilmente l’idea originaria della cartolina può essere attribuita al pistoiese Torello Marini, che ne progettava un prototipo nel 1860. Sta di fatto, comunque, che al Congresso di Vienna dell’Unione Postale Internazionale del 1869 Emanuele Hermann sottoponeva ad approvazione generale la memoria sull’argomento presentata ad un precedente congresso, sottolineando che un enorme numero di lettere presentava in effetti un contenuto di testo molto ridotto se non irrilevante e che per queste lettere si affrontavano spese troppo alte rispetto al loro reale valore pratico.
Parte l’Austria, cinque anni dopo l’Italia
L’Austria fu così il primo Paese ad utilizzare ufficialmente le cartoline, dal primo ottobre del 1869, e nel primo anno ne venivano vendute ben 2.926.102. In Italia viene introdotta nel 1874: un cartoncino (stampato ed emesso dallo Stato come una vera e propria carta valore, con l’affrancatura prestampata) che permetteva di scrivere alcune righe di testo e di comunicare l’essenziale a tariffa ridotta. Per una cartolina postale, infatti, si spendeva meno che per una lettera purché si rinunciasse all’inviolabilità del segreto epistolare.
Le prime cartoline postali
Le cartoline postali ebbero in un primo periodo una diffusione limitata; chi scriveva ricorreva a parole in codice e testi cifrati. Le Poste prevedevano una serie di garanzie a tutela della riservatezza della corrispondenza, (l’obbligo del segreto epistolare che faceva capo ai dipendenti) ma gli utenti erano piuttosto diffidenti, trattandosi pur sempre di comunicazioni che non viaggiavano chiuse in busta. Erano disponibili due tipi di cartoline: cartolina semplice e cartolina doppia con risposta pagata. La prima cartolina postale riportava l’effige del Re e lo stemma Sabaudo, era di color crema e costava 10 centesimi. Ce n’era anche una versione color rosa, con risposta pagata e che costava solo cinque centesimi in più.
Le cartoline illustrate
Una decina di anni dopo l’introduzione in Italia delle cartoline postali, vennero le cartoline illustrate, prodotte e distribuite dai privati con le quali inviare i propri “saluti e baci” e per le quali era necessario comprare il relativo francobollo. Erano disegnate da nomi importanti della grafica e della pittura: un vero e proprio fenomeno di moda. Di norma per le cartoline si spendeva la metà dell’affrancatura di una lettera standard. Questa agevolazione, prevista per le sole cartoline postali (quelle con affrancatura prestampata) venne ammessa nel 1889 anche alle cartoline illustrate prodotte dai privati e affrancate con i francobolli normali. Queste, il cui numero inizialmente era decisamente inferiore a quelle postali preaffrancate, divennero nel tempo diffusissime. Presto l’assenza di riservatezza non venne più considerata un problema, anche per la natura delle comunicazioni, saluti e poche frasi pratiche o di prammatica. Vennero celebrate come simbolo della modernità: una comunicazione dallo stile telegrafico, senza il telegrafo, una comunicazione epistolare, senza la lettera. Le cartoline postali rispondevano in effetti ad una reale esigenza sociale, in quanto forma di corrispondenza semplice e veloce, ben adattandosi alle attività delle persone che diventavano sempre più febbrile. Ovviamente le cartoline non potevano rappresentare “oscenità”, né contenere espressioni ingiuriose.
Cartoline dal fronte
Nel 1898 vengono spedite quasi 80 milioni di cartoline (fra quelle postali con affrancatura prestampata) e quelle illustrate, da affrancare, dell’industria privata in circolazione già da un decennio. Durante la Prima Guerra Mondiale era proibita la spedizione di cartoline con paesaggi per evitare che in questo modo si potessero fornire informazioni al nemico sulla conformazione dei luoghi. Si potevano spedire invece le cartoline postali (quelle solo testo, niente immagini). Le cartoline (insieme alle lettere e ai pacchi) permettevano ai soldati di restare in contatto con le famiglie e con i propri commilitoni impegnati su altri fronti. Durante la Grande Guerra i soldati potevano spedire fino a una cartolina al giorno senza doverla affrancare, grazie alle cartoline in franchigia messe loro a disposizione. Su queste erano riportati anche slogan patriottici: “Paese e Fronte siate un esercito solo”. Nei primi anni del secolo scorso il monumento più celebrato dalle cartoline patriottiche è il Vittoriano, il Monumento a Vittorio Emanuele II a Roma.
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