Gli investimenti in efficienza energetica si traducono in interventi che la famiglia può fare nella propria abitazione per ridurre le spese di energia elettrica, per il riscaldamento domestico, per il riscaldamento dell’acqua: nel 2021 il 75,4% delle famiglie dichiara di averne effettuati nei cinque anni precedenti. È quanto emerge dal report di Istat “Consumi energetici delle famiglie anni 2020 e 2021”.
Le regioni più virtuose
Il 70,7% delle famiglie ha effettuato investimenti o interventi per ridurre le spese per l’energia elettrica. Le regioni con le percentuali più elevate sono Emilia-Romagna (75,5%), Umbria (74,6%), Lazio (74,5%) e Toscana (74,0%); la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen con il 62,9% ha il valore più basso (non sono rilevati interventi e investimenti precedenti l’arco temporale considerato).
I principali investimenti
Tra i principali investimenti per risparmiare sulla bolletta elettrica figura la sostituzione delle lampadine tradizionali con lampadine a risparmio energetico (67,0% di famiglie). Il consumo di energia elettrica di un’abitazione è riconducibile anche all’efficienza degli elettrodomestici: il 22,4% delle famiglie ha dichiarato di aver sostituito gli elettrodomestici obsoleti con modelli più efficienti nei cinque anni precedenti l’intervista. Risultano meno diffusi altri tipi di interventi di risparmio come l’installazione di regolatori d’intensità o di interruttori crepuscolari o di impianti a energia rinnovabile per la produzione di energia elettrica (impianto fotovoltaico, minieolico ecc.).
Gli interventi sul riscaldamento
Il 26,0% delle famiglie ha effettuato negli ultimi cinque anni investimenti o interventi per ridurre la spesa di riscaldamento: il 15,6% è passato a dotazioni più efficienti (ad esempio sostituendo la caldaia o apparecchi singoli con modelli più efficienti, oppure passando da apparecchio singolo a impianto autonomo) mentre il 10,0% ha aumentato l’isolamento dell’abitazione
Produzione di acqua calda
Inoltre, si legge nel report, il 16,8% delle famiglie è intervenuta per ridurre la spesa per la produzione di acqua calda: in particolare il 15,8% è passato a dotazioni più efficienti, ad esempio ha sostituito la caldaia o lo scaldabagno singolo con modelli più efficienti o è passato all’impianto autonomo da apparecchi singoli. Una quota contenuta di famiglie ha in programma di fare investimenti appena possibile per ridurre le spese per energia elettrica (9,5%), per il riscaldamento (13,6%) o per la produzione di acqua calda (12,3%).
Chi rinuncia
Per alcune famiglie le intenzioni di investire in risparmio energetico si scontrano con le possibilità economiche e con i costi degli interventi: il 15,5% delle famiglie ha rinunciato a investimenti per ridurre le spese dell’energia elettrica perché troppo costosi, il 19,8% ha rinunciato per lo stesso motivo a interventi per risparmiare sui costi del riscaldamento dell’abitazione e il 18,9% sui costi di produzione dell’acqua calda.