Delle rose spezzate, simbolo purtroppo di una vita interrotta all’improvviso, ma anche di vite piene di passione per la giustizia. Il Ministero dello Sviluppo economico ha emesso il 25 novembre scorso un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica il Senso civico dedicato a 28 magistrati caduti nell’adempimento del dovere e nella lotta alla mafia e al terrorismo.
Ventotto nomi da ricordare
Il francobollo, racchiuso al centro in un foglietto, riproduce, in primo piano, un’opera di Antonio Romano dal titolo “Rose spezzate”. A sinistra e a destra del francobollo scorrono i nomi dei magistrati caduti nell’adempimento del dovere e nella lotta alla mafia e al terrorismo: Dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assassinati negli attentati mafiosi del 1992, ai loro colleghi vittime del terrorismo negli Anni di piombo, come Francesco Coco, Vittorio Occorsio ed Emilio Alessandrini. Figurano i nomi di Mario Amato, Bruno Caccia, Fedele Calvosa, Rocco Chinnici, Gian Giacomo Ciaccio Montalto, Fernando Ciampi, Gaetano Costa, Luigi Daga, Francesco Ferlaino, Guido Galli, Alberto Giacomelli, Nicola Giacumbi, Antonino Giannola, Rosario Angelo Livatino, Girolamo Minervini, Francesca Morvillo, Riccardo Palma, Agostino Pianta, Antonino Saetta, Pietro Scaglione, Antonino Scopelliti, Girolamo Tartaglione, Cesare Terranova.
Dare concretezza al valore
Giulio Prosperetti, oggi giudice della Corte Costituzionale, osserva: “Penso che il ricordo di questi martiri serva a dare contezza ai giovani di quelli che sono i valori dell’ordinamento: l’ordinamento, come ogni altra istituzione, ha bisogno di testimonianza. I giovani – prosegue il professor Prosperetti – non possono pensare che questo ordinamento si regga da solo: sono gli uomini che, con il loro sacrificio e con il loro sangue, hanno dato concretezza al valore delle istituzioni”. Secondo Prosperetti, “rappresentare le istituzioni con i nomi di chi le ha servite fino all’estremo sacrificio è qualcosa di fondamentale proprio perché i valori istituzionali possano perpetuarsi e trovare nuovi testimoni”.
Un francobollo per la storia
“Il francobollo rappresenta un ricordo istituzionale – osserva ancora il giudice della Consulta – e consacra alla storia i valori dei sacrifici di queste vittime. Bisognerebbe che nelle scuole siano rappresentate queste figure dovrebbero essere rappresentate nei libri di testo, come si faceva con gli eroi delle guerre di indipendenza, altrimenti l’ordinamento risulta qualcosa di grigio e di astratto nei confronti del quale non c’è nessun afflato emotivo. Abbiamo bisogno di riscoprire il ricordo di questi magistrati – conclude il professor Prosperetti – e la rappresentazione delle rose spezzate sublima la loro perdita”.