Lorenzo Bini Smaghi è Presidente della grande banca francese Société Générale, già membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea. In questa intervista esclusiva risponde alle domande di Postenews sull’attuale scenario economico e sull’importanza di Poste nella transizione energetica e digitale dell’Italia.
Come si possono difendere le famiglie di fronte a un’inflazione a doppia cifra?
“Non è facile, perché gran parte dell’aumento dei prezzi interessa prodotti che sono importati o derivati da materie prime energetiche. Questo tipo di inflazione è una tassa difficilmente eludibile, soprattutto se si pensa che i prezzi rimarranno elevati nei prossimi anni. Indebitarsi, a livello individuale o di paese, per farvi fronte è sconsigliabile. È preferibile cercare di rivedere la composizione dei consumi, cercando di risparmiare dove possibile, e investire a livello di paese su tecnologie che consentono di ridurre i consumi energetici. A livello di Paese è necessario aiutare nel breve periodo chi ha meno possibilità di adeguarsi, in modo selettivo, utilizzando risorse disponibili. Si deve poi adeguare i piani energetici per incentivare l’uso di risorse rinnovabili, accelerando la riduzione della dipendenza dai fossili”.
È inevitabile che i nuovi costi dell’energia e delle materie prime costringano a rivedere ambizioni e tempistica del Pnrr?
“L’Italia ha attinto a tutte le risorse disponibili, sia a debito sia a fondo perduto. Difficile dunque pensare che si possano ottenere più fondi dall’Unione europea. D’altra parte, i preventivi di molti progetti rischiano di non poter essere rispettati, per effetto degli aumenti dei prezzi delle materie prime. L’unica soluzione è quella di rivedere le priorità. Si tratta di scegliere quali progetti portare avanti con priorità elevata, e quali eventualmente rinviare ad un secondo tempo, se i prezzi delle materie prime diminuiranno, oppure ridimensionare. Questa riorganizzazione deve tuttavia avvenire rapidamente, altrimenti c’è il rischio che i prezzi aumentino ulteriormente e che gli effetti sul sistema economico vengano rinviati. Non bisogna dimenticarsi che l’obiettivo del PNRR è quello di aumentare il tasso di crescita potenziale dell’economia italiana, che è uno dei problemi principali del paese. Senza una crescita più sostenuta è difficile rendere sostenibile l’enorme fardello del debito pubblico. Se emergessero dubbi sulla nostra capacità di mettere in atto il PNRR in tempi realistici potrebbero riemergere preoccupazioni sul debito, con l’effetto di far aumentare il rischio Paese”.
Lei ha detto recentemente che occorre accelerare la transizione energetica, frenata troppi veti. Quali andrebbero rimossi?
“Non c’è dubbio che gli obiettivi che ci siamo posti per effettuare la transizione energetica, al 2030 e 2050, sono molto ambiziosi e comportano dei costi rilevanti. Tuttavia, è fondamentale capire che se non riusciamo a raggiungere tali obiettivi, e se li rimandiamo nel tempo, il costo sarà ancora più elevato. Sia perché lo sforzo di aggiustamento sarà concentrato in un lasso di tempo inferiore, sia perché gli effetti del cambiamento climatico si manifesteranno in modo più acuto, in particolare sull’economia. Inoltre, è importante capire che il maggior costo di un eventuale rinvio si verificherà nei prossimi anni, non decenni. Non saranno solo le prossime generazioni a soffrirne, ma anche le attuali. La transizione energetica richiede grandi investimenti, non solo pubblici ma anche privati. Questi investimenti sono oggi rallentati da molti vincoli, burocratici, finanziari e anche ambientali. Bisogna fare delle scelte. A esempio, vietare l’uso dei pannelli solari, inclusi quelli prodotti attualmente che hanno lo stesso colore e conformazione dei tetti delle abitazioni, con la scusa che disturbano il paesaggio, è incoerente non solo con la razionalità economica ma anche con gli obiettivi ambientali. Tale rigidità produrrà nel tempo danni enormi al paesaggio stesso”.
Che ruolo gioca una grande impresa come Poste nella grande transizione energetica e digitale italiana?
“Le Poste sono un’azienda centrale per il sistema economico italiano. Possono svolgere due ruoli fondamentali. Il primo è quello di adottare le tecnologie più avanzate che accelerano la transizione energetica e digitale, facendo leva sulla dimensione e la centralità dell’azienda per effettuare investimenti su grande scala, che possono essere economicamente redditizi. Il secondo ruolo è quello di aiutare e consigliare i propri clienti, aziende e cittadini, ad effettuare loro stessi la propria transizione, attraverso servizi di consulenza e assistenza che accelerano il passaggio alle nuove tecnologie. La combinazione di questi due ruoli può comportare sinergie rilevanti, non solo per l’azienda ma per l’intero paese”.
(Isabella Liberatori)