Cantante, ballerina, presentatrice, icona in patria e oltreconfine. Simbolo di un’epoca e del costume nazionale. Raffaella Carrà, scomparsa esattamente un anno fa, all’età di 78 anni, ha avuto un ruolo anche nella storia delle comunicazioni via posta.
“Il numero d’oro”
Correva l’anno 1967 quando la Rai e Poste Italiane realizzarono una divertente clip per spiegare ai cittadini l’introduzione del Codice di Avviamento Postale. Un dialogo tra Raffaella Carrà e Gianni Boncompagni che, rivisto oggi, è una testimonianza di eleganza televisiva e di servizio pubblico da parte dell’azienda. Per aiutare i cittadini a familiarizzare con l’utilizzo del CAP, Poste Italiane organizzò un concorso a premi, “Il numero d’oro”, protagonista di diverse clip. In tutti gli Uffici Postali si trovavano cartoline per partecipare al gioco: andavano compilate rispondendo a semplici domande, inserendo il proprio Codice di Avviamento Postale e spedite senza essere affrancate, quindi gratuitamente. Allora, come oggi, Poste Italiane è sinonimo di cambiamento, di modifica sociale, di estensione dei confini. E il Codice di Avviamento Postale è stata una vera rivoluzione nel recapito. La Rai, fedele alla sua utilità sociale, partecipò arruolando le star del momento. Da Raffaella Carrà a Gianni Morandi, da Sylva Koscina a Corrado, fino a Gino Bramieri e Ugo Tognazzi. E Gianni Boncompagni, appunto, che ebbe il ruolo di trait d’union tra tutti questi grandi personaggi dello spettacolo. Il rivoluzionario della radio, e poi del piccolo schermo, con eleganza duettò con il protagonista di turno.
La parola alla star
Quando il CAP debutta, la Carrà era la star numero uno in Italia. I critici la definivano la “Raffaella nazionale”, e per questo Poste Italiane la identificò come il volto più adatto per parlare direttamente agli italiani. La sua collaborazione con Boncompagni – che sarà poi duratura e fruttuosa – era ancora in fieri. Partirà effettivamente tre anni più tardi, fra programmi televisivi di successo e brani da hit parade (lui le scriverà i testi di “Tuca Tuca” e “Tanti auguri”). Anche se la gloria della Carrà non tramonterà mai, confermandosi intatta negli anni a venire, quella in ascolto nel 1967 era un’Italia molto diversa dal suo riflesso odierno: si discuteva della legge sul divorzio, era scioccata dalla morte in circostanze misteriose di Luigi Tenco a Sanremo e manifestava contro i bombardamenti in Vietnam. Per parlare agli italiani servivano le parole giuste, chiare ma semplici, senza rischi di incomprensioni. Sono quelle che scelsero Raffaella e Gianni. Un linguaggio che fece scuola, e che è rimasto nel dna di Poste Italiane. Perché parlare all’Italia in termini chiari e diretti, e soprattutto utili a far capire servizio ai cittadini, è una delle principali missioni dell’azienda.
Qui lo spot del CAP del 1967 con Raffaella Carrà.
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