Cresce sempre di più l’importanza dell’export per l’Italia. Nei primi dieci mesi del 2022, infatti, le esportazioni hanno segnato una crescita del 37,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Secondo i dati contenuti nell’ultimo Report dell’Osservatorio Terziario di Manageritalia, in collaborazione con SACE, dal titolo “I servizi nel mondo di oggi e di domani: un treno che non si può perdere”, questo trend positivo dovrebbe perdurare anche nel 2023, con un +2,6%, oltre che nel triennio successivo (+3,6%, in media l’anno).
Il traino dell’export
I servizi definibili “ad alta tecnologia” come architettura, ingegneria, consulenza professionale e manageriale, ricerca e sviluppo, guidano l’export italiano di servizi nel 2021 (26,2 miliardi di euro, con un’incidenza sul totale pari al 30%), assumendo una certa rilevanza a seguito della pandemia e superando il turismo (21,7 miliardi, pari al 25%). Segue l’export di trasporti e logistica, con una quota dell’11% circa, in calo di quasi un terzo sul pre-crisi ma in crescita del 12% sul 2020. In generale l’export dei servizi, che è la componente più dinamica del commercio a livello globale, registra una crescita del 56% tra il 2010 e il 2019 (più del doppio rispetto al commercio dei beni), sino a rappresentare il 25% dell’export totale e il 50% del suo valore aggiunto.
Chi esporta di più?
Sempre secondo il report, Lombardia e Lazio rappresentano le regioni trainanti (26,5 e 15 miliardi di euro di servizi esportati, rispettivamente, nel 2021), seguite da Piemonte (5,2 miliardi), Veneto (4,5 miliardi) ed Emilia-Romagna (4,3 miliardi); in termini di incidenza rispetto alle vendite estere complessive si evidenzia il dato della Calabria (40%).
Le mete dell’export
Nel 2021 il 51% per cento dell’export italiano si è concentrato nell’Unione Europea, cui seguono Svizzera, Stati Uniti, Regno Unito e Cina. L’impatto del Terziario nell’export di beni e servizi è sempre più centrale nelle dinamiche economiche internazionali. Dopo l’arresto dovuto alla crisi pandemica, nel 2021 c’è stato un forte rimbalzo degli scambi a livello internazionale, ma i servizi, pur segnando una crescita elevata (+17,2%), non sono riusciti a recuperare i livelli pre-crisi.