“Il mondo si sta digitalizzando, c’è una rivoluzione in atto, ma è anche vero che non è per tutti: il digital divide è purtroppo una realtà ancora estesa. Ebbene, per ridurre questo gap si può ricorrere anche a servizi proposti da entità private, che possono avere successo oppure no. Ma se lo Stato deve raggiungere tutti, ed è lo scopo di Polis, l’ottica cambia radicalmente perché come Stato non ti puoi permettere di lasciare indietro nessuno. Quindi devi avere un soggetto che ti consenta di raggiungere fisicamente tutti. E questo soggetto non può che essere Poste Italiane, perché richiede una interazione fisica che altri non sono in grado di offrire”. Così l’Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante, in un’intervista al Messaggero, all’indomani della presentazione del Progetto Polis che porterà i servizi della pubblica amministrazione negli uffici postali di 7mila comuni con meno di 15mila abitanti. “Noi – spiega Del Fante – abbiamo 6.000 persone che lavorano nei nostri call center, è fatale che si passi da noi se si vuole davvero modernizzare il Paese”. “Abbiamo fatto toccare con mano agli oltre 5.000 sindaci presenti e ai rappresentanti delle nostre istituzioni come funzionerà concretamente Polis aggiunge l’Ad, tornando sull’evento di presentazione di Polis ieri a Roma – E i riscontri sono stati di grande approvazione. Credo proprio che riusciremo a cambierà molte cose”.
Sinergia pubblico-privato
Nel suo intervento alla presentazione del progetto, Del Fante ha insistito sul funzionamento della sinergia tra pubblico e privato: “Funzionerà – conferma l’Ad al Messaggero – perché Poste è a controllo pubblico ma anche privato, visto che è quotata in Borsa e ha nel capitale non pochi soci privati. Tanto è vero che pur assolvendo a una importante funzione pubblica, riesce a raggiungere obiettivi di conto economico soddisfacenti. Questa è la nostra cifra, che ci consente di dimostrare che i due obiettivi non sono in contraddizione – prosegue – si può fare bene il servizio pubblico che ci assegna lo Stato e dare a un tempo soddisfazione ai soci privati”.
Platform company
Mettere a disposizione i canali fisico-digitali per fornire il numero più elevato di servizi della pubblica amministrazione comporta anche una responsabilità. “Poste ha costruito la sua storia su tre principali prodotti – ricorda Del Fante – il risparmio postale, che oggi cuba 340 miliardi di euro di risparmi di 27 milioni di italiani; quindi la consegna della corrispondenza; infine, i pagamenti. Purtroppo il secondo e il terzo prodotto, specialmente il secondo, stanno vivendo un percorso di riduzione dei volumi un po’ in tutto il mondo per l’avanzare della tecnologia. Dunque, se non fossimo stati lungimiranti puntando sul nuovo, oggi avremmo seri problemi di mantenimento dell’occupazione. Invece, accompagnando le nuove attività con massicci corsi di formazione, siamo riusciti a centrare il duplice obiettivo di offrire sempre nuovi servizi e di mantenere l’occupazione a livelli massimi. Basti dire che dal 2017 Poste ha assunto 26.000 persone dal mercato e oggi il 13 per cento dei nostri dipendenti ha meno di trent’anni”.
Tabella di marcia precisa
Del Fante esclude che il Progetto Polis possa presentare delle criticità nella sua attuazione: “La tabella di marcia sull’utilizzo dei fondi del Pnrr è molto precisa. Le risorse servono per mettere a disposizione un servizio che deve essere erogato. E al nostro interno siamo già pronti. Non sfugga che durante la pandemia abbiamo costruito una piattaforma vaccinale che è stata utilizzata da nove regioni e che ha interessato un terzo degli italiani. Poi contiamo sul supporto, che darei per scontato, delle amministrazioni sul territorio. Perché i primi beneficiari di questi nuovi servizi sono ovviamente i cittadini e coloro che li rappresentano, vale a dire i 7.000 sindaci di altrettanti comuni italiani”.
Business e sociale
Per quanto riguarda la conciliazione tra gli obiettivi di mercato e la funzione sociale di Poste Italiane, l’Ad Del Fante risponde: “In passato, seppure in un percorso di diversificazione dei prodotti che l’azienda offriva ai propri clienti, Poste aveva progressivamente ridotto la sua presenza sul territorio chiudendo uffici postali e Postamat. La nostra scommessa di dire non chiudo più, anzi torno sul territorio con nuove presenze, soprattutto di Postamat, alla fine ha pagato. Quindi, col senno di poi possiamo dire che la sfida la stiamo vincendo anche se la partita non è finita”. E in cinque anni, il margine prodotto dall’azienda è più che raddoppiato. Per il 2023, aggiunge Del Fante, “dei quattro segmenti operativi, solo la corrispondenza e la consegna dei pacchi potrebbero avere un rallentamento, sebbene io resti moderatamente ottimista. Per quanto riguarda i servizi assicurativi e la divisione dei finanziari i ritorni sono in crescita significativa. A proposito di portafoglio mi fa piacere ricordare – aggiunge l’Ad – che il Gruppo Poste è il primo detentore di titoli di Stato italiani. Ma è Postepay che oggi dà i segnali più dinamici”.
Qui sopra, l’intervento dell’Ad Matteo Del Fante alla presentazione del progetto Polis
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