Nel 2019 Postenews incontrò nei giorni del Festival di Sanremo gli artisti per le vie della città dei fiori e i portalettere impegnati nella “zona rossa” della kermesse. Ecco la cronaca di quei giorni
Mai fidarsi di chi dice “quest’anno non lo vedo”. Atteso, criticato, amato o odiato, Sanremo resta Sanremo. E chi dice Sanremo dice il Festival della Canzone italiana: musica, spettacolo, eventi, riflettori, polemiche e provocazioni. Per una intera settimana gli occhi sono puntati sulla cittadina ligure che si ritrova ad accogliere cantanti, musicisti, addetti ai lavori e fedelissimi fan. Anche la città rivoluziona i suoi ritmi: più misure di sicurezza, più traffico, più frenesia. C’è un posto però dove l’equilibrio rimane lo stesso: l’Ufficio Postale di via Roma 158, a pochi passi dal Teatro Ariston.
Le consegne nella zona rossa
“Ovvio che in quei giorni anche noi respiriamo un clima di festa, c’è una bella atmosfera – spiega la direttrice dell’Ufficio Postale centrale della Città dei Fiori – capita anche a noi di incrociare alcuni dei cantanti in gara, come accaduto quest’anno con Il Volo, che si è fermato a cantare proprio davanti al nostro ufficio. Non è difficile imbattersi in personaggi della tv, visto che l’ufficio si trova nei pressi di ristoranti rinomati e ben frequentati, specie nei giorni del Festival”. Ma se in ufficio tutto scorre regolare è per le strade della città che i postini si ritrovano a gestire qualche cambio di programma. Lo confermano i due portalettere: “Esiste una zona rossa che interessa via Roma, l’Ariston, fino in fondo al Casinò. Veniamo identificati e solo dopo le dovute verifiche consegniamo la corrispondenza”.
Un telegramma per Pippo Baudo
All’Ariston, ad esempio, normalmente la posta è consegnata da un portalettere “dedicato” presso una bolgetta, un sacchetto di sicurezza che, una volta controllato, viene fatto passare (“Tutte le buche e cassette vengono chiuse per motivi di sicurezza, quindi nella zona rossa nessun cittadino può impostare nulla nei giorni del Festival” precisa il responsabile del Centro di recapito di Sanremo). E se i controlli aumentano, aumentano le distanze con i destinatari: “È giusto e inevitabile rafforzare il sistema di sicurezza – riprende un portalettere – ma ripenso con emozione e un pizzico di nostalgia a quando avevamo la possibilità di avere un contatto più diretto con i grandi personaggi del mondo dello spettacolo. Ero il portalettere del centro, ho visto un po’ l’evoluzione del Festival. Ricordo di aver consegnato a mano telegrammi a Pippo Baudo – aggiunge il postino che ha alle spalle quasi 37 anni di servizio – erano gli anni ’90: mi rendo conto che le cose sono davvero cambiate”.
Sentirsi parte dell’evento
“È vero – conferma un altro portalettere – quest’anno avevo da consegnare quattro raccomandate a Baglioni ma chi è riuscito a vederlo?”. Tra i ricordi legati al Festival c’è n’è uno in particolare che custodisce con emozione: “Era il 2012, in un albergo del centro incontrai Lucio Dalla”, quell’anno in gara con Pierdavide Carone con la canzone “Nanì”. Sarebbe morto qualche giorno più tardi, il primo marzo, e quella fu la sua ultima apparizione televisiva: “Provai un gran dispiacere”. Il sorriso ritorna però pensando a quella volta che delle fan scatenate gli chiesero “fammi salire con te, fammi salire con te!”: “Dovevo entrare nell’hotel in cui alloggiavano i Duran Duran. Le ragazzine volevano accodarsi! Avrebbero fatto di tutto per incontrare i loro idoli”. E a Sanremo in molti vanno proprio per questo: incontrare il proprio mito, sentirsi al centro di un evento, provare a farsi conoscere. Vivere un sogno. Perché Sanremo resta sempre Sanremo.