Maria Grazia Cucinotta, le Poste nel destino. L’attrice siciliana, 53 anni, non è legata all’azienda solo perché è diventata popolare con il celebre “Il Postino” con Massimo Troisi: quello del portalettere è infatti un mestiere di famiglia. Come racconta in una intervista al Corriere della Sera (e come aveva fatto in passato al nostro sito e all’evento dei 160 anni di Poste Italiane): “Mio padre faceva il postino, come poi mio fratello, mia sorella, mio cognato e mia nipote. In realtà anch’io avevo vinto il concorso e un contratto di tre mesi, ma ci ho rinunciato, ormai avevo preso la mia strada. Papà mi ha tenuto il muso per anni, fino al film con Massimo Troisi: in qualche modo avevo realizzato il suo sogno”.
La strada per l’Oscar de Il Postino
Postina mancata, dunque. Quel film di Troisi però vinse l’Oscar e anche la carriera di Cucinotta decollò. E il film successivo, “I Laureati”, con Leonardo Pieraccioni, fu un altro successo. Lei racconta: “Il Postino aveva appena vinto l’Oscar, in quel momento ero la star, gli altri mi guardavano quasi con soggezione. Con Leonardo c’erano tante scene in cui ci baciavamo, i paparazzi erano appostati ovunque, lui era adorabile, scoppiavo a ridere di continuo, specie con Ceccherini, fu divertentissimo, anche se a volte mi rivedo in una scena e mi dico: “Mizzica, come l’ho recitata male!””
Hollywood e lo sbarco negli Usa
Immediatamente, per Maria Grazia Cucinotta sono arrivate anche le sirene di Hollywood: “A dirla tutta, Hollywood è una scritta anonima su una collina spelacchiata, pure bruttarella – spiega – niente di che, per me che venivo da Roma, con il Vaticano e il Colosseo, però gli americani come organizzazione sono ineguagliabili e lì davvero funziona la meritocrazia: non gli importa chi sei e da dove vieni, se hai successo hai successo e tutti sono con te. Ho studiato e imparato tanto”. Rifiuta una parte ne “L’avvocato del Diavolo” con Keanu Reeves e Al Pacino per le troppe scene di nudo e stava per farlo anche con “007 – Il mondo non basta”, il film che la vede al fianco di Pierce Brosnan: “Ero su un set faticosissimo a San Francisco, si girava soltanto di notte, i miei colleghi erano cerebrali, pieni di turbe, mi sfinivano, in più dovevo studiare dizione, ero distrutta. E poi la produzione pretendeva un’esclusiva di sei mesi per due pagine di copione. La mia agente ha accettato al posto mio. “Questi sono i biglietti, parti domani per Londra”. Non me ne sono pentita. È stata un’avventura pazzesca, dovevo correre e saltare dalle finestre sui tacchi 12, mai portati in vita mia, guidare un motoscafo, quante aspirine ho preso per i dolori!”.
Il nuovo film
L’attrice siciliana, che ora conduce un programma di cucina su La 7, è anche da poco tornata sul grande schermo con “Gli anni belli”, insieme a Ninni Bruschetta. E quando le si chiede quali siano i suoi, risponde: “Tutti, da quando è nata mia figlia Giulia ancora di più. È stata dura, non c’è solo il colore rosa, però sono felice: se con la mente mi riaffaccio dalla finestra della mia cameretta di Messina vedo tutto bellissimo, sono stata fortunata”.